Per un pittore medioevale era in “ MAESTA’ ”, una figura rappresentata frontalmente, seduta su un trono, nel pieno della propria potenza.
In origine questo tipo di rappresentazione era riservata soprattutto alla raffigurazione di Cristo Re, ma nel corso del 200, essa fu adottata più spesso per la figura della Madonna, la cui immagine seduta con il Bambino in grembo, divenne la “ MAESTA’ ” per antonomasia.
La “ MAESTA’ ” di , dipinta per l’Altare Maggiore del Duomo di Siena, risale agli inizi del 1300, ovvero agli anni della piena maturità del pittore senese e venne considerata il capolavoro assoluto dell’Arte Medioevale.
Ci provengono documenti sia del contratto tra l’Opera del Duomo e il Maestro (ossia del 1308), e sia la notizia della fastosa processione con cui il 9 giugno 1311, la cittadinanza di Siena accompagnò la grandiosa Pala nel Duomo, per omaggiare la Vergine che aiutando i senesi, ha permesso la sconfitta dei fiorentini nella battaglia di Montaperti.
Il primo elemento che colpisce della “ MAESTA’ ” è la sua straordinaria complessità: la tavola misura 4 metri per lato; è dipinta sia nel verso sia sul recto, ed è eseguita a tempera con inserti in lamina d’oro e splendide cromie. L’Opera inizialmente era chiusa in una ricca cornice dorata con un profilo frastagliato di cuspidi e pinnacoli come i polittici gotici, la cui perdita con il tempo ha ridotto l’effetto monumentale che la grandiosa Opera doveva fare sull’Altare Maggiore.
VERSO della Pala:
La scena è rivolta verso la navata del Duomo ed è destinata all’assemblea dei fedeli.
La tavola è dominata dalla monumentale figura della Madonna seduta in trono, con il Bambino in grembo, accompagnata da una schiera di figure celesti, angeli e Santi.
Fondo oro e composizione: Sono elementi di derivazione bizantina: l’estrema solennità delle file di Angeli e Santi disposte in perfetta simmetria ai lati del trono con le aureole allineate, creando un suggestivo movimento ritmico. In alto nella finta galleria sono raffigurati i dodici Apostoli.
Influenza di Giotto: Dallo studio di Giotto deriva lo spazio che occupa il trono con la Vergine che ricorda una composizione architettonica. Mentre la grazia delle figure allungate con tratto elegante è di tendenza gotica.
Protezione per la Città e per Duccio: La Pala non ha solo un valore religioso ma anche civile come testimoniano l’iscrizione incisa sul gradino del trono della Vergine: “Santa Madre di Dio, sii causa di pace per Siena: Sii vita per Duccio poiché ti dipinse così”, e la presenza dei Santi protettori di Siena: San Ansano, San Savino, San Vittore, San Crescenzio. La Pala venne portata in processione a Siena e posta nel Duomo dai Santi, che sono raffigurati in ginocchio e in segno di ringraziamento.
RECTO della Pala:
La Scena è rivolta verso il presbiterio alla contemplazione degli ecclesiastici.