La musa metafisica. Opera di Carlo Carrà

La musa metafisica

La musa metafisica. Opera di Carlo Carrà. Pinacoteca di Brera, a Milano.

La musa metafisica è un dipinto (olio su tela, cm 90 × 66) realizzato nel 1917 circa dal celebre pittore italiano Carlo Carrà, annoverato tra i più importanti esponenti della Pittura futurista e metafisica, ed attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera, a Milano.

Carlo Carrà (Quargnento, Alessandria, 11 Febbraio 1881 – Milano, 13 Aprile 1966) è stato uno dei più importanti pittori ed esponenti nell’ambito della pittura futurista, nonchè professore presso l’Accademia di Brera dal 1939 al 1951. Interpreta il dinamismo in forme che non rinunciano mai totalmente ai valori plastici e pittorici. Allievo del paesaggista Cesare Tallone che lo indirizza ad un vivido e solido naturalismo convinto dell’importanza della ricerca luministica e del richiamo alla plasticità formale degli antichi. Studia poi i divisionisti, in seguito conosce l’intima struttura della materia dallo scultore Medardo Rosso che ama tendere verso una luce che emoziona, rileggendo le opere antiche secondo una sua caratteristica carica ironica. Conoscendo Boccioni tuttavia, si sposta verso la pittura futurista per poi allontanarsi dal gruppo per divergenze con Filippo Tommaso Marinetti. Nel 1917 incontra De Chirico e immediatamente adotta l’idea dei suoi manichini inserendoli in ambienti claustrofobici.

Il dipinto La musa metafisica richiama la corrente metafisica e raffigura, in primo piano, un enorme manichino con la racchetta da tennis nella mano destra e la palla nella mano sinistra (richiamando gli oggetti utilizzati da De Chirico nelle sue opere).

La composizione, tutta concentrata in una unica stanza, si sviluppa in profondità, e si struttura, in modo ordinato, su diversi piani e con diversi elementi, come un plastico che riproduce una cartina geografica dell’Istria, un pannello con figure architettoniche, un prisma colorato e una croce disegnata sulla parete di fondo. Lo spazio ridotto conferisce una assenza di tempo, catapultando lo spettatore tra la realtà e il sogno. L’unica essenza di vita è rappresentata dalla luce che proviene frontalmente creando delle ombre sul pavimento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *