L’Eruzione del Vesuvio (Vesuvius in Eruption) è un dipinto (acquerello, cm 28,6 × 39,7) realizzato tra il 1817 e il 1820 dal pittore britannico Joseph William Mallord Turner, attualmente conservato presso il Yale Center for British Art a New Haven, nel Connecticut (Stati Uniti d’America).
Joseph William Mallord Turner, (Londra, 23 Aprile 1775 – Chelsea, 19 Dicembre 1851) è stato un celebre pittore e incisore inglese, annoverato tra i principali artisti del Romanticismo.
Definito il “pittore della luce” in quanto le sue opere si caratterizzano per l’uso del colore e della luce naturale, Turner ha aperto la strada alla pittura impressionistica. Il paesaggio naturale diventa il principale protagonista delle sue tele, raccontato nei diversi modi in cui lo stesso si manifesta all’uomo (tra spazio, dimensione e potere della luce). Turner è un grande osservatore della natura, come una realtà oggettiva, e analizza attraverso il pennello ogni singolo cambiamento e trasformazione della stessa sotto la spinta di tutti gli agenti atmosferici, con lo scopo di darle una nuova vita nelle sue opere, con intensità e drammaticità. Le sue opere sono “vive” e “in movimento”, non dialogano con lo spettatore, ma lo trasportano all’interno dell’immagine.
La pittura paesaggistica, uno dei fondamentali temi del Romanticismo, viene rappresentata da Turner in tutte le sue sfumature, passando dalla pittura ad olio alla tecnica dell’acquerello. La realtà dell’immagine viene rielaborata nella sua particolare carica emotiva, dando vita, con stile innovatore, ad una pittura personale nella quale le forme sono delineate dai contrasti cromatici e dalla luce fino ad arrivare anche all’astrazione.
Nel dipinto Eruzione del Vesuvio Turner torna a raffigurare l’attività vulcanica così come nel dipinto “The eruption of the Soufriere Mountains, in the Island of Saint Vincent” realizzato nel 1815 ed attualmente conservato presso Victoria Art Gallery and Museum, di Liverpool.
La realizzazione così realistica deriva dal fatto che Turner era appassionato di fenomeni naturali e di geologia, e quale caparbio osservatore era in grado di riportali perfettamente nelle sue opere, documentando i singoli cambiamenti e donandogli una funzione estetica.
Inoltre il pittore britannico aveva visitato l’Italia nel 1819; un viaggio durante il quale perfeziona la sua tecnica con riguardo al colore e alla luce, studia e ammira l’arte classica ed esplora il territorio italiano.
La scena è completamente dominata dall’eruzione della montagna riportata sulla tela nelle calde tonalità dell’arancione e dell’ocra all’interno di un cielo scuro, quasi nero. I colori dell’eruzione si rispecchiano a loro volta nel mare creando una seconda fonte di luce (bilanciamento tra colore, luce e buio).
In tal modo Turner cattura il preciso momento l’evoluzione della natura che ha, anche in sé e per sé, del drammatico.