Lettera d’amore. Poesia di Sylvia Plath

Lettera d’amoreLettera d’amore

Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta
anche se, come una pietra, non me ne curavo
e me ne stavo dov’ero per abitudine.

Tu non ti limitasti a spingermi un po’ col piede, no-
e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo
di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,
di comprendere l’azzurro, o le stelle.

Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente
mascherato da sasso nero tra i sassi neri
nel bianco iato dell’inverno
come i miei vicini, senza trarre alcun piacere
dai milioni di guance perfettamente cesellate
che si posavano a ogni istante per sciogliere
la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,
angeli piangenti su nature spente,
Ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.

Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.
E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.
La prima cosa che vidi fu l’aria, aria trasparente,
e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada
limpide come spiriti. Tutt’intorno giacevano molte
pietre stolide e inespressive,
Io guardavo e non capivo.

Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi
per riversarmi fuori come un liquido
tra le zampe d’uccello e gli steli delle piante
Non m’ingannai. Ti riconobbi all’istante.

Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d’anima
pura come una lastra di ghiaccio. E’ un dono.

Sylvia Plath (Boston, 27 Ottobre 1932 – Londra, 11 Febbraio 1963) è stata una famosa  scrittrice e poetessa di origine americana.

Nata nel 1932 a Boston in una famiglia di origine tedesca, Sylvia Plath già dall’età di otto anni scrive poesie, dimostrando una precoce inclinazione letteraria.

Le straordinarie ed innate doti letterarie e poetiche ben presto si scontrano con un animo fragile che la porta a un tentativo di suicidio all’età di venti anni. Ricoverata in un istituto psichiatrico viene curata per un disturbo bipolare. Nonostante ciò Sylvia Plath consegue la laurea con il massimo dei voti e viene ammessa all’Università di Cambridge, vincendo una borsa di studio.

A Cambridge conosce il famoso e affascinante poeta inglese Ted Hughes che sposa nel 1956. La vita matrimoniale allietata dalla nascita di due figli, dal fervore letterario comune e dalla pubblicazione della raccolta di poesie “The Colossus“, prosegue felice per diversi anni, ma successivamente qualcosa si rompe: una gravidanza difficile che sfocia nell’aborto ma soprattutto l’infedeltà del marito, pubblicamente impegnato in una relazione amorosa con Assia Wevill, moglie di un suo amico poeta.

Nel 1963 Sylvia Plath pubblica il suo romanzo semi-autobiografico “La campana di vetro” con lo pseudonimo di Victoria Lucas, incentrato sul ruolo sociale delle donne divise tra esigenze e libertà professionali e il modello tradizionale di moglie e madre sullo sfondo dell’America degli anni cinquanta.

L’eccezionale talento poetico, al di sopra dell’ordinarietà, spesso non compreso fino in fondo, addossato come una colpa da scontare la fa oscillare ossessivamente come un pendolo tra la vita e la morte e l’11 febbraio del 1963, un mese dopo la pubblicazione del romanzo “La campana di vetro”, Sylvia Plath si suicida, lasciando la sua ultima poesia intitolata “Orlo“.

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