Loïe Fuller, pseudonimo di Mary-Louise Fuller (Fullersburg, Illinois 15 Gennaio 1862 – Parigi, 1º Gennaio 1928), è stata una danzatrice, pecursore della danza moderna al pari di Isadora Duncan e attrice teatrale di origine statunitense.
Pur non avendo mai studiato danza Loïe Fuller, sin da giovanissima vanta una ricca carriera professionale come attrice di teatro e ballerina esibendosi in diversi generi teatrali, dal burlesque, al circo, fino ad arrivare all’intrattenimento e varietà.
Pur non definendosi una ballerina in senso stretto, Loïe Fuller si libera della disciplina legata al balletto tradizionale e ai costumi classici e basa le sue caratteristiche artistiche sul movimento del corpo, sull’utilizzo di costumi di scena ampi e colorati, sull’arte dell’improvvisazione e sull’utilizzazione nelle coreografie di elementi diversi come la musica, la luce e il colore con lo scopo di creare diversi effetti scenici, mutare le caratteristiche tipiche della scena con immagini simboliche ed evidenziare il movimento fluttuante del corpo.
Nel 1892 Loïe Fuller viene ingaggiata al Folies Bergère di Parigi dove si esibisce in perfomance utilizzando proiettori elettrici che creano giochi di luce. Attira l’attenzione di pittori e intellettuali come Marie Curie e viene ritratta dai vari artisti dell’epoca, in particolare Henri de Toulouse-Lautrec e Auguste Rodin, divenendo così una delle personalità più ricercate e acclamate della Belle Epoque.
Ben presto Loïe Fuller diventa l’icona dell’ Art Nouveau e porta sulla scena la sua famosa creazione conosciuta come la Danse Serpentine dove i movimenti del corpo sono realizzati attraverso l’utilizzo di un ampio mantello di seta alle cui estremità sono legate delle bacchette che creano durante la danza un moto ondeggiante delle pieghe della veste producendo particolari effetti scenici. Il tutto accompagnato da giochi di luce e di colore attraverso l’uso di lanterne colorate posizionate ai diversi lati del palcoscenico.
Grazie a Loïe Fuller nasce un nuovo modo di concepire la danza, basata non solo sulla tecnica ma su una serie di elementi scenici, singolari e atipici, ma certamente dotati di una forte carica innovativa.