La Maddalena Penitente è una scultura in marmo bianco (altezza cm 90 circa), realizzata tra il 1793 e il 1796 dallo scultore veneziano Antonio Canova e attualmente conservata presso Musei di Strada Nuova, Palazzo Doria-Tursi a Genova.
La Maddalena Penitente è una delle poche opere del Canova a carattere religioso; vi sono due versioni della scultura, con alcune differenze, una conservata a Genova, presso il Palazzo Doria-Tursi, l’altra, risalente al 1805-1809, si trova presso il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
L’opera raffigura Maria Maddalena inginocchiata su una pietra (un basamento grezzo non lavorato), abbandonata al pentimento, con il capo chinato in avanti verso sinistra, mentre il viso è attraversato da lacrime, magistralmente scolpite nel marmo che conferisco il giusto senso di sofferenza morale.
Lo scultore veneziano riprende le lacrime dalla Dafne del gruppo scultoreo di Apollo e Dafne realizzato da Gian Lorenzo Bernini tra il 1622 e il 1625, che ha ammirato alla Galleria Borghese di Roma.
Le braccia aperte sono posate sulle gambe e le mani con il palmo rivolto verso l’alto reggono un crocifisso di bronzo dorato sul quale si riversa lo sguardo di dolore della Maddalena; accanto alla donna si trova il teschio, simbolo della la caducità della vita terrena.
Il corpo è coperto soltanto da una veste legata alla vita da un cilicio, lasciando scoperto il collo, il petto, i fianchi e la schiena, con i lunghi capelli sciolti sulle spalle, resi più scuri con una cera mista a zolfo; ciò esprima una forte sensualità e una carica erotica, la peccaminosità della vita terrena che si accosta al pentimento e alla sofferenza dell’anima.
L’opera la Maddalena Penitente viene realizzata da Antonio Canova tra il 1793 e il 1796 e ha avuto diversi proprietari tra cui il Conte Giovanni Battista Sommariva che la espone al Salon di Parigi nel 1808 dove ottiene una favorevole accoglienza e poi viene ceduta al Duca di Galliera Raffaele de Ferrari che la espone nel suo palazzo parigino. Soltanto nel 1889 la scultura passa alla città di Genova per volere della moglie vedova, la Duchessa Maria Brignole-Sale de Ferrari, originaria della città ligure.