Medusa. Opera di Gian Lorenzo Bernini

Medusa

Medusa. Opera di Gian Lorenzo Bernini

Medusa è una scultura in marmo (cm 68) realizzata presumibilmente tra il 1644 e il 1648 dallo scultore italiano Gian Lorenzo Bernini, ed attualmente conservata presso il Palazzo dei Conservatori, Musei Capitolini di Roma.

Nell’esecuzione dell’opera Gian Lorenzo Bernini trae ispirazione dalla mitologia greca; Medusa, una delle tre Gorgoni, insieme alle sorelle Steno e a Euriale, è una creatura dall’aspetto mostruoso con i capelli di serpente, che ha il potere di trasformare in pietra chiunque la guardi direttamente negli occhi. Tra le Gorgoni è l’unica a non essere immortale e la sua morte arriva per mano di Perseo, figlio di Zeus e di Danae, che le taglia la testa nel sonno (in tal senso si ricorda la celebre scultura in bronzo di Benvenuto Cellini, Perseo con la testa di Medusa, esposta presso la Loggia della Signoria, in Piazza della Signoria a Firenze; e ancora lo Scudo con testa di Medusa realizzato nel 1597 circa dal pittore italiano Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come il Caravaggio, e attualmente conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze).

Ma a differenza del Caravaggio che raffigura la Medusa in un urlo straziante nel preciso attimo della decapitazione per mano di Perseo, il Bernini si discosta dalla mitologia classica e si lascia ispirare dai versi poetici di Giovan Battista Marino, annoverato tra i maggiori esponenti della poesia barocca in Italia: la creatura, più bella e affascinante delle Gorgoni, in una sorta di metamorfosi, si trasforma in marmo dopo aver visto per errore la sua immagine riflessa in un immaginario specchio.

Il busto della Medusa viene colto nel momento della trasformazione, con le sopracciglia aggrottate in segno di tensione ed inquietudine, gli occhi spalancati e le labbra carnose che conferiscono all’opera un aspetto finemente sensuale.

L’opera, considerata una dei maggiori capolavori dell’arte barocca, viene realizzata certamente nella prima metà del Seicento, ed è conservata dal 1731 presso i Musei Capitolini di Roma. Sconosciuto rimane ancora il committente della scultura.

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