Olympe Pélissier (Parigi, 9 Maggio 1799 – Parigi, 22 Marzo 1878) è stata una famosa cortigiana francese, passata alla storia per essere la seconda moglie del compositore italiano Gioacchino Rossini.
Nata in una famiglia molto povera, Olympe Pélissier appena adolescente viene introdotta nel mondo della lussuria parigina: la madre la cede, dietro un corrispettivo economico, prima ad un giovane Duca, e successivamente ad un ricco uomo americano.
Sebbene molto giovane, Olympe Pélissier riesce comunque ad integrarsi bene in quel mondo, destreggiandosi in modo pacato tra i diversi eventi mondani e i vari salotti letterali.
Olympe Pélissier, di bell’aspetto e dai modi garbati appare sempre distinta e raffinata, nonostante le sue umili origini. Il suo debutto nella società mondana parigina la porta a collezionare diversi amanti, come il pittore Horace Vernet, il romanziere Eugene Sue e lo scrittore Honoré de Balzac. Ma sono tutti amori fugaci. La sua vita cambia quando conosce ad uno dei tanti eventi mondani il compositore italiano Gioacchino Rossini che si trova a Parigi insieme alla moglie, la cantante Isabella Colbran.
Rossini viene subito attratto dalla pacatezza di Olympe Pélissier, estroversa ma mai eccessiva, e d’altro canto Olympe ha ormai superato i trenta anni e aspira ad una sistemazione di lunga durata. I due iniziano una relazione che li porta anche in Italia, ma solo dopo la morte di Isabella, la moglie di Rossini, decidono di sposarsi.
In questo modo vengono anche placate le voci e i pettegolezzi sulla loro relazione amorosa, la quale non passa certamente inosservata: Olympe, sebbene sempre discreta e riservata, è pur sempre una cortigiana.
Il matrimonio dura per tutta la loro vita: Olympe Pélissier, con assoluta devozione, si prende cura amorevolmente di Rossini, ormai malato, accompagnandolo anche nella sua carriera professionale, fino alla morte del compositore avvenuta 13 Novembre 1868.
E così la cortigiana, di umili origini, diviene una delle donne più famose della società parigina, acquisendo, per la sua discrezione e pacatezza, un ruolo degno di onore e di dignità.