Il “Parnaso” è un dipinto realizzato con la tecnica dell’affresco dal pittore Raffaello Sanzio intorno agli anni 1510 – 1511 circa (dimensioni 670 cm) che si trova nella Stanza della Segnatura, ai Musei Vaticani.
L’incarico di decorare le stanze Vaticane viene conferito verso la fine del 1508 a Raffaello Sanzio, all’epoca giovanissimo, dal Papa Giulio II della Rovere su consiglio di Donato Bramante.
Invero, il “Parnaso” rappresenta la celebrazione della poesia e si colloca unitamente alla “Disputa del Sacramento” celebrazione della teologia, alla “Scuola di Atene” celebrazione della filosofia, e alle “Virtù e la Legge” la celebrazione della giurisprudenza all’interno della Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane.
Raffaello utilizza la tecnica dell’ affresco e ciò conferisce all’opera un aspetto anche scultoreo, con un accurato bilanciamento della luce: la parete dove viene realizzato il “Parnaso” presenta non poche difficoltà tecniche dal momento che è presente una finestra e Raffaello dà vita ad una composizione bidimensionale equilibrando entrambi i lati dell’opera.
L’opera raffigura il monte Parnaso che nella mitologia greca era la sede di Apollo e delle Muse. La figura centrale è il dio Apollo, seduto su un masso roccioso intendo a suonare la lira da braccio e circondato dalle nove Muse; in particolare ai lati accanto al dio Apollo sono raffigurate Calliope la musa della poesia epica ed Erato la musa del canto corale e della poesia amorosa, sul lato sinistro dell’opera troviamo Talia la musa della commedia, Clio la musa della storia e Euterpe la musa della musica, mentre sul lato destro sono raffigurate Polimnia la musa della danza e del canto sacro, Melpomene la musa della tragedia, Tersicore musa del canto e della danza e Urania la musa dell’astronomia e della geometria. Intorno sono collocati diversi poeti antichi e moderni, tra i quali è facile individuare Omero (cieco), Virgilio e Dante, Francesco Petrarca, Boccaccio, Tibullo, l’Ariosto, Orazio, Ovidio e Jacopo Sannazaro, oltre alla poetessa Saffo che tiene in mano un foglio con sopra scritto il suo nome.