Ponte Sant’Angelo già Ponte Elio, dall’imperatore Publio Elio Adriano, che lo fece costruire dall’architetto Demetriano tra il 130 e il 135 d.C., serviva come viale di accesso al Mausoleo di Adriano.
Durante il Medioevo, il nome fu cambiato in Ponte San Pietro poiché era l’unico accesso per giungere alla Basilica Vaticana dalla città.
Il nome Ponte Sant’Angelo risale al 590 d.C. quando papa Gregorio Magno attraversandolo, durante una processione, ebbe la visione dell’Arcangelo Michele, che sulla sommità della Mole Adriana, riponeva nel fodero la spada, come segno della fine della pestilenza che affliggeva Roma.
Da quel momento il nome del ponte e del castello sono quelli che usiamo tutt’ora, ovvero Ponte Sant’Angelo e Castel Sant’Angelo.
Sul castello fu così innalzato il famoso angelo a ricordo dell’avvenimento.
Ponte Sant’Angelo è ornato con dieci grandi statue; nel 1535 papa Clemente VII fece posizionare all’ingresso del ponte San Pietro e San Paolo seguiti dai quattro evangelisti e dai patriarchi Adamo, Noè, Abramo e Mosè.
Successivamente nel 1669 con papa Clemente IX rimasero solo le statue di San Pietro e San Paolo, le altre furono sostituite con quelle attuali di angeli che portano gli strumenti della passione; sono una diversa dall’altra , scolpite sotto la direzione del grande Gian Lorenzo Bernini da suoi collaboratori.
Queste statue sono piene di movimento e di leggerezza,sia nella forma del corpo sia nei panneggi agitati dal vento come ad esprimere una simbolica partecipazione al dolore della passione di Cristo.
I volti degli angeli sono alcuni sereni a simboleggiare la resurrezione , altri sembra quasi trattengano il pianto per le sofferenze di Cristo.
L’idea fondamentale è che Ponte Sant’Angelo serva ad unire la parte profana della città di Roma alla parte sacra, quindi il passaggio sul ponte era un percorso di purificazione che i fedeli dovevano compiere prima di giungere alla Basilica, guidati dagli angeli che, come è noto, avvicinano l’uomo a Dio.
Ponte Sant’Angelo è senza dubbio il ponte più bello del mondo, per la sua regolarità, la simmetria, l’apertura alla luce.
Grazie del suo intervento.
A presto