Rientrando in città

Rientrando in città Fine dell'infanzia Noi non sappiamo quale sortiremo La parola della nonna La Gioconda Ho sostato talvolta nelle grotte La Ciociara La cena triste L'ordinamento dei beni e la morale Sulla porta Antico Inseguimento dell'estraneo La vecchia ubriaca A vortice s’abbatte Scapataggini Vorrei essere ciò Sul muro grafito Upupa Canto che amaviRientrando in città. “Uno, nessuno, centomila”

Probabilmente non pensano, gli alberi; le bestie, probabilmente, non ragionano. Ma se gli alberi pensassero, Dio mio, e potessero parlare, chi sa che direbbero questi poverelli che, per farci ombra, facciamo crescere in mezzo alla città! Pare che chiedano, nel vedersi cosí specchiati in queste vetrine di botteghe, che stiano a farci qua, tra tanta gente affaccendata, in mezzo al fragoroso tramestío della vita cittadina. Piantati da tanti anni, sono rimasti miseri e squallidi alberelli. Orecchi, non mostrano d’averne. Ma chi sa, forse gli alberi, per crescere, hanno bisogno di silenzio.

Ma forse anch’esse le bestie, le piante e tutte le cose, hanno poi un senso e un valore per sé, che l’uomo non può intendere, chiuso com’è in quelli che egli per conto suo dà alle une e alle altre, e che la natura spesso, dal canto suo mostra di non riconoscere e d’ignorare.
Ci vorrebbe un po’ piú d’intesa tra l’uomo e la natura. Troppo spesso la natura si diverte a buttare all’aria tutte le nostre ingegnose costruzioni.
Cicloni, terremoti… Ma l’uomo non si dà per vinto. Ricostruisce, ricostruisce, bestiolina pervicace. E tutto è per lui materia di ricostruzione. 

(Rientrando in città cit. Uno, Nessuno, Centomila, 1926 romanzo di Luigi Pirandello)

Un capolavoro unico dove lo sgretolamento della personalità dell’essere umano è il tema centrale, che Luigi Pirandello riesce a rappresentare con assoluto umorismo, contorniato da una vena a tratti sarcastica.

L’opera è incentrata su un unico personaggio, Vitangelo Moscarda, il classico uomo medio, rappresentato in un continuo dualismo tra la realtà e l’apparenza, tra le abitudini e le convenzioni.

Vitangelo Moscarda è un uomo emblematico, raggomitolato all’ interno del suo dramma, del suo passato e del suo presente. Vorrebbe essere Uno, ovvero essere riconosciuto dagli altri, in primis dalla moglie, con la sua personalità, unica e particolare. La proiezione verso il mondo esterno lo fa diventare Centomila: gli occhi degli altri lo fanno divenire un uomo sempre diverso, in continuo mutamento. Riesce a sottrarsi dall’enigma accettando di essere Nessuno, un anonimo,  ovvero rinunciando alla sua personalità presente e rinunciando ad acquisirne una per il futuro.

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