Schiavo morente e lo Schiavo ribelle. Opere di Michelangelo Buonarroti

schiavo morenteLo “Schiavo morente” è una scultura di marmo (h 215 cm) realizzata nel 1513 circa da Michelangelo Buonarroti, ed attualmente conservata presso il Museo del Louvre a Parigi.

Lo “Schiavo morente” unitamente alla statua marmorea dello “Schiavo ribelle” (h 209 cm, realizzata nel 1513 e conservata nel Museo del Louvre a Parigi) discendono dal progetto architettonico e scultoreo per la Tomba di Giulio II, conservato presso la Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma.

Il progetto iniziale del 1505 per la Tomba di Giulio II, abbandonato da Michelangelo, viene ripreso alla morte del Papa Giulio II (Giuliano della Rovere) nel 1513 con una serie di accordi tra Michelengelo e gli eredi Della Rovere che si protraggono fino al 1542 con completamento dell’opera nel 1545.

Il progetto prevede la realizzazione di una serie di “Prigioni” (circa venti), ovvero delle statue raffiguranti dei prigionieri, man mano ridotti di numero e, infine, eliminate del tutto.

All’interno di questo gruppo di “Prigioni”  si trovano lo “Schiavo morente” e lo “Schiavo ribelle“, quali statue terminate da Michelengelo, mentre le altre quattro statue non terminate (Schiavo giovane, Schiavo barbuto, Atlante, Schiavo che si ridesta) sono conservate presso la Galleria dell’Accademia a Firenze.

michelangelo

Una volta terminate le statue dello “Schiavo morente” e dello “Schiavo ribelle” vengono donati da Michelangelo a Roberto Strozzi, artista del cinquecento che lo aveva accolto a Roma durante il periodo della sua malattia.

Intorno al 1550 Roberto Strozzi viene esiliato a Lione, per la sua opposizione a Cosimo I de’ Medici, e le statue dello “Schiavo morente” e dello “Schiavo ribelle” arrivano in Francia, e dopo una serie di passaggi trovano collocazione al Museo del Louvre a Parigi.

Lo “Schiavo morente” è raffigurato nudo in piedi, a figura intera, in una palese posizione sinuosa, con una leggera torsione indietro del corpo e della testa; il braccio sinistro in alto sorregge la testa mentre le forme anatomiche sono delineate e scolpite nei minimi particolari.

Lo “Schiavo ribelle” è anch’esso raffigurato nudo in piedi, a figura intera, con le mani legate dietro la schiena in una posizione tortuosa nel tenativo di liberarsi dalle legature.

Sotto il profilo stilistico alcuni riferimenti si riscontrano nel “Gruppo del Laocoonte“, (o anche il Laocoonte e i suoi figli) realizzata da tre scultori di origine greca: Agesandro, Atanodoro e Polidoro tra la metà del II secolo a.C. e la metà del I secolo d.C. attualmente conservata presso il Museo Pio-Clementino all’interno dei Musei Vaticani.

Il “Gruppo del Laocoonte” viene ritrovato il 14 Gennaio del 1506 in una vigna sul colle Oppio alla presenza di Michelangelo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *