Il Teatro Greco di Taormina dovrebbe risalire, secondo quanto riportato dalle fonti storiche, intorno alla seconda metà del III secolo a.C. e rappresenta uno dei monumenti nazionali più importanti, per bellezza e fascino immutato nel tempo, della omonima città di Taormina.
Costruito in epoca greca interamente nella roccia venne successivamente ristrutturato e parzialmente modificato dai romani per far posto ai vari spettacoli tenuti dai gladiatori.
Ponendosi al secondo posto, dopo il teatro greco di Siracusa, è il più importante teatro greco della Sicilia, pervenuto fino ai nostri giorni in perfetto stato di conservazione.
Il Teatro Greco di Taormina si trova in una posizione strategica e, al contempo, affascinante sotto il profilo prettamente paesaggistico. Esso è racchiuso tra la brezza del mare Ionio e la vetta, quasi sempre innevata, dell’ Etna che funge simbolicamente da faro alle diverse attività succedutesi nell’arco nel tempo.
Forse è proprio questa posizione strutturale così come le imponenti colonne di marmo, da attribuire ai romani che fanno del Teatro Greco di Taormina uno dei luoghi più suggestivi ed incantati, riuscendo, perfino a resistere alla successiva invasione degli arabi.
Per tali motivi costituisce una tappa obbligatoria dell’ itinerario di viaggio di ogni turista.
Ricordo perfettamente, a distanza di molteplici anni, esecuzioni e modalità per realizzare l’ opera del Teatro Greco di Taormina. La stessa venne creata direttamente dal vivo.
Il Teatro Greco di Taormina, tecnica con olio a spatola su tela, fu eseguito in quattro giornate lavorative con impegno tutti i giorni dalle 11,30 alle 14,30 per evitare che le ombre cambiassero troppo durante le ore diurne.
In quei giorni mi facevano compagnia una parte di spettatori (turisti in vacanza a Taormina) in religioso silenzio sia durante la progettazione dell’impianto teatrale disegnato e sia durante la spalmatura dell’olio sulla tela con la spatola. L’ultimo giorno ricevetti foto e complimenti non solo dai turisti incuriositi ma dal Responsabile del sito e da un Dirigente della Soprintendenza ai Beni Artistici della Sicilia.