Tomba di Giulio II

Tomba di Giulio II

Tomba di Giulio II

La Tomba di Giulio II è un complesso architettonico e scultoreo in marmo realizzato tra il 1505 e il 1545 dal celebre pittore, scultore e architetto toscano Michelangelo Buonarroti, attualmente collocato nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, nel rione Monti.

Il progetto architettonico e scultoreo che impegna il principale e indiscusso esponente del Rinascimento italiano con un lavoro di circa quarant’anni, è una impresa ardua e complicata, accompagnata da una serie di modifiche avvenute nel corso degli anni ed ha comportato altresì la realizzazione della imponente e maestosa scultura in marmo raffigurante il “Mosè”, posta in basso al centro dell’opera. Nonostante ciò l’impresa artistica è stata per il Buonarroti un vero e proprio travaglio psicologico e morale.

mosè roma point of view

“Mosè”

La commissione dell’opera viene conferita dal Papa Giulio II (al secolo Giuliano della Rovere) allo scultore nel 1505, quale suo monumento sepolcrale, e rientra nel suo ambizioso programma politico e nei suoi progetti di rinnovazione e ristrutturazione della città di Roma (tra cui la realizzazione di Via Giulia affidata dal papa nel 1508 all’architetto Donato Bramante, oltre alla Cappella Sistina sempre a Michelangelo).

In origine, si prevede un complesso scultoreo a base rettangolare e a forma piramidale che doveva essere collocato nella Basilica di San Pietro in Vaticano, con una serie di statue, circa quaranta, tra cui il Mosè e San Paolo, oltre alle personificazioni della Vita attiva e della Vita contemplativa.

Ma mentre Michelangelo Buonarroti parte alla volta delle cave di Carrara per la scelta dei marmi migliori, le motivazioni di Papa Giulio II si affievoliscono, grazie anche alla concorrenza dei diversi artisti che lavorano alla corte papale.

Il progetto iniziale viene per un periodo abbandonato e viene ripreso alla morte del papa nel 1513 con una serie di accordi tra Michelangelo e gli eredi Della Rovere che si protraggono, con nuovi progetti approvati di volta in volta, fino al 1542 e con completamento dell’opera nel 1545: lo stesso Buonarroti definirà l’impresa come La Tragedia della Sepoltura.

Il complesso monumentale cambia sede e viene collocato presso la Basilica di San Pietro in Vincoli, addossato ad una parete con le statue situate nella parte basse: il Mosè al centro, appare seduto, con in mano le tavole della Legge. Il viso, con una folta barba, è rivolto verso sinistra, lo sguardo è austero.

Le originarie quaranta statue del progetto iniziale vengono sostituite da solo sette statue, e di queste solo tre sono del Buonarroti. Oltre al Mosè, appartengono alla mano del maestro la “Rachele”, sulla parte destra, mentre sulla parte sinistra troviamo la “Lia” simboleggianti rispettivamente la vita contemplativa e la vita attiva.

Le altri parti della struttura monumentale sono opera dei collaboratori di Michelangelo, tra quali Raffaello da Montelupo a cui viene affidata la realizzazione della Madonna col Bambino, (nella parte alta) e le statue raffiguranti il Profeta e la Sibilla, poi completate da Domenico Fancelli, mentre la statua del Papa Giulio II disteso è opera di Tommaso Boscoli.

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