Un amore felice. Poesia di Wisława Szymborska

Un amore felice L’agave sullo scoglio Potessi almeno costringere Avrei voluto sentirmi Il piacere nel costume Alcuni gradini La figlia di Iorio Tu mi piovi Soltanto non sarebbe Francesca da RiminiUn amore felice

Un amore felice. É normale?
è serio? è utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?

Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare così – in premio di che? Di nulla;
la luce giunge da nessun luogo
perchè proprio su questi, e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Si.
Ciò offende i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Si, infrange e butta giù.

Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un pò,
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono – è un insulto.
In che lingua parlano – comprensibile all’apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano
sembra un complotto contro l’umanità!

É difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?

Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.

Chi non conosce l’amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.

Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.

Wisława Szymborska, all’anagrafe Maria Wisława Anna Szymborska (Kórnik, 2 Luglio 1923 – Cracovia, 1º Febbraio 2012) è stata una famosa e rinomata poetessa e filosofa polacca, insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 1996 con la motivazione «per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà».

Le sue opere sono dettagliati racconti intrisi di emozioni, incentrati sulla natura e sull’amore tra gli individui, attraverso l’uso del verso libero e di un linguaggio semplice e ironico, che nasce da una diretta osservazione della realtà, nei più piccoli e banali particolari, e da una profonda introspezione personale.

La sua prima raccolta di poesie, “Per questo viviamo“, è pubblicata nel 1952; fanno seguito altre raccolte poetiche, in particolare, occorre citare “Domande poste a me stessa“, nel 1954 (verso l’allontanamento dall’ideologia socialista); “Appello allo Yeti”, nel 1957; “Sale“, nel 1962; “Uno spasso“, nel 1967; “Ogni caso“, nel 1972,”La fine e l’inizio“, nel 1993 e “Vista con granello di sabbia“, nel 1996. Le sue composizioni sono state tradotte in diverse lingue, in particolare in tedesco, in italiano e in inglese.

«Per me la poesia nasce dal silenzio»  cit. Wisława Szymborska.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *