Buon dì, miseria. Poesia di Ada Negri

Buon dì, miseria Il giardino delle vergini suicideBuon dì, miseria

Chi batte alla mia porta?…
… Buon dì, Miseria; non mi fai paura.
Fredda come una morta
Entra: io t’accolgo rigida e secura.
Spettro sdentato da le scarne braccia,
Guarda!… ti rido in faccia.

Non basta ancor?… T’avanza,
T’avanza dunque, o spettro maledetto.
Strappami la speranza,
Scava coll’ugne adunche entro il mio petto;
Stendi l’ala sul letto di dolore
Di mia madre che muore.

T’accanisci: che vale?
È mia la giovinezza, è mia la vita!
Nella pugna fatale
Non mi vedrai, non mi vedrai sfinita.
Su le sparse rovine e su gli affanni
Brillano i miei vent’anni.

Tu non mi toglierai
Questa che m’arde in cor forza divina,
Tu non m’arresterai
Ne l’irruente vol che mi trascina.
Impotente è il tuo rostro.—O tetra Iddia,
Io seguo la mia via.

Vedi laggiù nel mondo
Quanta luce di sole e quante rose,
Senti pel ciel giocondo
I trilli de le allodole festose:
Che sfolgorìo di fedi e d’ideali,
Quanto fremito d’ali!…

Vecchia megera esangue
Che ti nascondi nel cappuccio nero,
Io nelle vene ho sangue,
Sangue di popolana ardente e fiero.
Vive angosce calpesto, e pianti, ed ire,
E movo all’avvenire.

Voglio il lavor che indìa,
E con nobile imper tutto governa.
Il sogno e l’armonia,
D’arte la giovinezza sempiterna;
Riso d’azzurro e balsami di fiori,
Astri, baci e splendori.

Tu passa, o maga nera,
Passa come funesta ombra sul sole.
Tutto risorge e spera,
E sorridon fra i dumi le vïole:
Ed io, dai lacci tuoi balzando ardita,
Canto l’inno alla vita!….

Ada Negri (Lodi, 3 Febbraio 1870 – Milano, 11 Gennaio 1945) è stata una famosa poetessa e donna di lettere italiana, prima e unica donna ad essere ammessa all’Accademia d’Italia, ma soprattutto una delle poche donne che, nonostante la bassa estrazione sociale di provenienza, con talento ed eccezionali capacità intellettuali, riesce ad emergere nel panorama culturale italiano.

Proveniente da una famiglia di origine lombarda, povera e modesta, Ada Negri trascorre gran parte della sua infanzia presso il palazzo della nobile e aristocratica Famiglia Barni, dove la nonna materna lavora come portinaia. Le sue giornate trascorrono nella portineria del Palazzo contemplando l’andirivieni delle persone, fatti e sensazioni che riporta nel romanzo autobiografico, “Stella mattutina” (pubblicato nell’anno 1912).

Il padre, un piccolo manovale dedito all’alcool, muore quando Ada Negri è in tenera età, la madre, una tessitrice, cerca tra mille sacrifici di fornire alla figlia una educazione e una istruzione.

Ciò le consente di studiare e, grazie alle sue capacità intellettuali arriva a diplomarsi come insegnante elementare. Nel 1887 ottiene un posto come insegnante preso la scuola elementare Motta Visconti di Pavia. In questo periodo inizia a comporre diverse poesie e alcune di queste vengono pubblicate sul giornale il Fanfulla di Lodi.

Solo con la raccolta di poesie Fatalità nel 1892 riesce ad ottenere una serie di apprezzamenti fino ad arrivare al successo e alla notorietà e, in conseguenza di ciò, con decreto del ministro Zanardelli, le viene conferito il titolo di docente per chiara fama presso l’Istituto Superiore “Gaetana Agnesi” di Milano. Due anni dopo esce la sua seconda raccolta di poesie, “Tempeste”.

Nel 1931 le viene conferito per la sua carriera intellettuale il Premio Mussolini e nel 1940 Ada Negri diviene membro dell’Accademia Italiana.

Cinque anni più tardi, nel 1945 Ada Negri muore a Milano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *