Cleopatra. Opera di Lavinia Fontana

Cleopatra

Cleopatra (o Cleopatra the Alchemist). Opera di Lavinia Fontana. Galleria Spada di Roma.

Cleopatra (o Cleopatra the Alchemist) è un dipinto (olio su tela, cm 87,3 × 71) realizzato intorno al 1605 circa dalla famosa pittrice di origine bolognese Lavinia Fontana, ed attualmente conservata nella Galleria Spada di Roma.

Lavinia Fontana, (Bologna, 24 Agosto 1552 – Roma, 11 Agosto 1614), figlia prediletta del pittore manierista Prospero Fontana, è passata alla storia per essere stata una delle più rinomate pittrici donne del Manierismo. La sua fama e il suo talento esplodono sin da giovanissima affermandosi con successo in un mondo prettamente maschile e maschilista, tanto che dalla nativa terra bolognese viene fortemente richiesta a Roma, alla corte papale di Gregorio XIII.

Lavina Fontana è infatti, soprannominata “la Pontificia Pittrice“.

La sua abilità e destrezza artistica le consente di percorrere e di esplorare in lungo e largo il campo della pittura, rivolgendo l’attenzione oltre a temi sacri o biblici anche a figure mitologiche.

Ciò si riscontra, in particolare, nel dipinto della  “Minerva in atto di abbigliarsi” (databile al 1603), conservato presso la Galleria Borghese di Roma e nel dipinto Cleopatra della prima metà del XVII secolo.

Il dipinto Cleopatra viene realizzato dalla pittrice bolognese, con molta probabilità, a Roma, dove si trasferisce nel 1604 e successivamente acquistato da Bernardino Spada tra il 1627 e il 1631, entrando di fatto nella collezione della galleria.

L’opera raffigura l’eroina in piedi e di profilo, elegantemente vestita con un mantello rosso con i bordi in velluto; sulla testa porta una tiara di panno rosso tempestata di gioielli preziosi e un lungo velo bianco che le avvolge il collo e si proietta in avanti come una visiera. Dalla testa scende, nella parte posteriore, il velo di seta bianca che la donna tiene con la mano sinistra.

L’eroina è inserita all’interno di un ambiente domestico con un tavolino coperto da un panno rosso sul quale è poggiato un vaso d’ottone e dal quale fuoriesce un serpente. Le dita della mano sinistra poggiata sul coperchio del vaso d’ottone sembrano formare la lettera “C” di Cleopatra.

Lavinia Fontana si allontana dalla tradizione iconografica che tende a immortalare la regina d’Egitto nel momento del suicidio e spesso nuda col serpente; la sua eroina è totalmente e riccamente abbigliata e ammalia il serpente che sembra alzarsi in una danza.

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