Il Compianto sul Cristo morto è un dipinto (tempera su tavola, cm 270×240) realizzato nel 1502 dal pittore toscano Luca Signorelli, ed attualmente conservato presso il Museo Diocesano di Cortona (Arezzo).
Luca Signorelli, (Cortona, 1450 circa – Cortona, 16 Ottobre 1523), è stato un rinomato pittore di origine toscana, annoverato tra i maggiori esponenti del Rinascimento italiano. Allievo di Piero della Francesca, il pittore cortonese si forma ad Arezzo ed è molto attivo principalmente in Toscana, Marche e Umbria; lavora ad Orvieto dove la sua opera più celebre è certamente il ciclo di affreschi, una sorte di Giudizio Universale, realizzati nel 1499 nella Cappella di San Brizio, in origine denominata Cappella Nova all’interno del Duomo o Cattedrale di Santa Maria Assunta; a Roma con la decorazione della Cappella Sistina, inizialmente come aiuto del Perugino (al secolo Pietro di Cristoforo Vannucci), e ad Asciano, in provincia di Siena con il ciclo di affreschi, “Storie di San Benedetto”, realizzati tra il 1497 e il 1498 nel Chiostro Grande dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore.
Il dipinto Compianto sul Cristo morto proviene dalla Chiesa di Santa Margherita di Cortona e raffigura il corpo nudo di Cristo sdraiato a terra, ai piedi della croce, privo di vita. La scena è ricca di personaggi, ognuno dei quali porta con sé il senso di disperazione e di pathos, in particolare la Vergine dolente che sostiene il capo e il busto del figlio esanime e la Maddalena che lo sostiene dalle gambe e con le braccia aperte manifesta il suo palese sconforto. Intorno compaiono le pie donne e l’apostolo Giovanni in piedi con le mani incrociate e lo sguardo basso, rivolto verso il corpo di Cristo.
L’opera conserva un senso di profondità con un paesaggio naturale sullo sfondo dove compaiono anche le due scene della Crocifissione (a sinistra) e della Resurrezione (a destra).
La predella contiene una sequenza di immagini inerenti Storie della vita di Gesù, in particolare l’Orazione nell’orto, l’Ultima cena, la Cattura di Cristo e la Flagellazione.
Secondo alcune fonti riportate da Giorgio Vasari, sembra che la figura del Cristo sia stata modellata dal Signorelli sul figlio Antonio, morto di peste nel 1502 a Cortona. La stessa immagine del Cristo si ritrova nell’affresco della Cappellina con il Compianto di Cristo morto nel Duomo di Orvieto.