La Cappella di San Brizio o anche chiamata Cappella Nova si trova all’interno del Duomo di Orvieto, precisamente nel transetto di destra.
La Cappella di San Brizio, in origine denominata Cappella Nova (in quanto è l’ultima cappella edificata, dopo la Cappella del Corporale, eretta nel 1350), viene affrescata nel 1447 dal pittore italiano Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico, aiutato dai collaboratori della sua bottega, in particolare il pittore fiorentino Benozzo Gozzoli, e i lavori proseguono fino al mese di settembre dello stesso anno. La decorazione pittorica della Cappella rimane ferma per circa cinquant’anni e riprende soltanto nel 1499 con il pittore toscano, originario di Cortona, Luca Signorelli, annoverato tra i maggiori esponenti del Rinascimento italiano e viene completata tra il 1502 e il 1504. Committente dell’opera è con molta probabilità la famiglia Monaldeschi.
Nel 1622 la Cappella cambia il nome in “San Brizio“, a seguito della collocazione al suo interno della Tavola della Madonna di San Brizio, di stile bizantino, risalente al XIII secolo. L’altare della Cappella di San Brizio, realizzato in marmo tra il 1712 e il 1715, è denominato “Altare della Gloria” e viene attribuito allo scultore romano Bernardino Cametti.
La Cappella di San Brizio custodisce al suo interno un ciclo di affreschi, attribuiti per lo più al pittore toscano Luca Signorelli, una sorte di Giudizio Universale realizzato prima di Michelangelo nella Cappella Sistina; in particolare sulla volta a crociera divisa in otto vele, si trovano le raffigurazioni di Cristo Giudice, (sopra dell’altare), dove la figura del Cristo viene attribuita alla mano del Beato Angelico,
e la Vela dei Profeti, (a destra dell’altare), attribuiti al Beato Angelico e alla sua bottega tra i quali il pittore fiorentino Benozzo Gozzoli,
tutte le altre vele sono attribuite a Luca Signorelli con le raffigurazioni degli Apostoli,
i Simboli della Passione e preannuncio del Giudizio con angeli, i Martiri, i Patriarchi, i Dottori della Chiesa, le Vergini,
mentre sulle pareti laterali della Cappella sono raffigurate le scene dell’Anticristo, con la scena della Resurrezione della Carne (affresco situato sul lato destro dell’entrata) con i morti che risorgono dal terreno bianco e liscio, da sembrare neve o giaccio, mentre nella parte alta sono raffigurati due angeli con le trombe;
la Predica e fatti dell’Anticristo, (a sinistra dell’ingresso) con la raffigurazione dell’Anticristo dalle sembianze simili a Gesù su un piedistallo mentre predica alla folla di persone; al suo fianco si trova il demone che gli suggerisce le parole all’orecchio. In alto sul lato sinistro viene raffigurato l’epilogo con l’Arcangelo Michele che colpisce con la spada l’Anticristo facendolo precipitare a testa in giù. Sullo sfondo vi è una rappresentazione del tempio di Salomone di Gerusalemme.
il Finimondo, (sulla parete d’ingresso), con a sinistra lo Sterminio e l’inizio degli eventi sovrannaturali, mentre a destra è raffigurata la sibilla Eritrea insieme al profeta Davide;
il Paradiso e gli Eletti, (parete sinistra), dove le scene sono più armoniose, dalla precisione anatomica dei nudi agli angeli musicanti;
i Dannati all’Inferno (parete di fondo) attribuito a Luca Signorelli, realizzato intorno al 1499-1502, dove le figure appaiono aggrovigliate mentre lottano tra loro, e osservando bene, nella parte centrale compare un autoritratto del pittore con l’immagine di un demone blu con un solo corno in testa mentre stringe una donna con i seni in bella vista e dai capelli lunghi e biondi (probabilmente una sorte di vendetta nei confronti di una donna bionda che lo aveva tradito);
In una nicchia scavata nella parete destra della Cappella di San Brizio si trova una piccola cappellina che conserva all’interno di un sarcofago i corpi dei santi Faustino e Parenzo con l’affresco il Compianto di Cristo morto con ai lati i due santi orvietani, opera di Luca Signorelli.
Nella nicchia della parete sinistra della Cappella di San Brizio si trova la piccola Cappellina Gualterio, con la tela risalente al 1700 raffigurante i Santi Carlo, Giovanni Battista, Giovanni evangelista, Maria Maddalena e Agnese, di Ludovico Muratori.
In origine intorno al 1579, all’interno della Cappella di San Brizio era collocata anche il gruppo della Pietà dello scultore orvietano Ippolito Scalza, successivamente spostata nel braccio sinistro della crociera.