Fontana dell’Acqua Felice o Fontana del Mosè

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Fontana dell’Acqua Felice o Fontana del Mosè

La Fontana dell’Acqua Felice o anche conosciuta con il nome di Fontana del Mosè, con la sua struttura enorme e maestosa si trova a Roma, a Piazza di San Bernardo, all’angolo tra Via XX Settembre e Largo di Santa Susanna, nel rione Trevi.

La sua realizzazione si deve alla volontà di Papa Sisto V, al secolo Felice Peretti; costui, intorno alla fine dell’anno 1589, commissiona all’architetto Giovanni Fontana, fratello di Domenico Fontana, la costruzione di un nuovo acquedotto che prevedeva anche il ripristino dell’antico Acquedotto Alessandrino, risalente all’imperatore Alessandro Severo nel 222-226 d.C.. Il nuovo acquedotto viene chiamato dal suo nome “Acqua Felice“.

Nelle intenzioni di Papa Sisto V, con la realizzazione dell’ acquedotto, vi è quella di rifornire sotto il profilo idrico i rioni che si trovano sui colli Viminale e Quirinale dove, per l’appunto, sorge anche la villa di sua proprietà, Villa Montalto.

Successivamente il Papa Sisto V inizia i lavori per la costruzione di alcune fontane pubbliche, in particolare la fontana di Montecavallo a Piazza del Quirinale (o anche denominata Fontana dei Dioscuri per il gruppo marmoreo dei Dioscuri) e la Fontana dell’Acqua Felice o anche conosciuta con il nome di Fontana del Mosè. Quest’ultima opera, di grandi dimensioni, si sviluppa in altezza e sulla sommità vi sono due angeli che sorreggono lo stemma di Sisto V mentre nella parte centrale è rappresentata una enorme statua raffigurante il Mosè.

Nella costruzione viene utilizzato il travertino provieniente dalle terme di Diocleziano saccheggiate; i leoni sono originali del Pantheon; nella nicchia centrale, tra le quattro colonne ioniche, è raffigurato il Mosè, che indica con la manno destra protesa in avanti, come fossero un miracolo, le acque che sgorgano dalla roccia: La realizzazione della statua è attribuita a Leonardo Sormani, con la collaborazione dello scultore Prospero Antichi, detto il Bresciano.

Nelle due nicchie laterali sono rappresentati due altorilievi su temi biblici: partendo dal lato sinistro si trova l’Aronne guida il popolo ebreo all’acqua scaturita dal deserto, opera di Giovan Battista Della Porta, mentre sul lato destro è raffigurato il Gedeone sceglie i soldati osservando il loro modo di bere di Flaminio Vacca e Pietro Paolo Olivieri (entrambi sono gli autori anche degli angeli che in alto sorreggono lo stemma di Sisto V).

Ma nel complesso l’opera appare, nella sua grandezza, abbastanza grottesca, e pertanto alla colossale statua del Mosè viene dato l’appellativo di “Mosè ridicolo“ in quanto è molto lontano dallo stile e dalla tecnica di Michelangelo con la scultura del Mosè custodito nella chiesa di San Pietro in Vincoli.

La satira, sempre più sarcastica, si impreziosisce di alcune famose pasquinate, tra le quali:

Guardo con occhio torvo
l’acqua che sgorga ai pié
pensando inorridito
al danno che a lui fe’
uno scultor stordito

o anche

È buona l’acqua fresca e la fontana è bella
Con quel mostro di sopra però non è più quella
O tu, Sisto, che tanto tieni alla tua parola
Il nuovo Michelangelo impicca per la gola

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