Non è affatto facile parlare della Giornata della Memoria, quale tragedia che, a distanza di oltre 70 anni dal suo inizio, lascia ancora segni inconfondibili di sgomento e di incredulità.
Grande sgomento si percepisce per l’ indifferenza di tantissime Nazioni rimaste inermi allo scempio sistematico sulla popolazione ebraica da parte dei nazifascisti facenti capo ad Hitler.
Tale tragedia umana raccapricciante venne perpetrata per numerosi anni, prima e durante la seconda guerra mondiale, con un sistema di sterminio programmato sugli ebrei, fatti morire di stenti e da torture quotidiane senza lasciare spazio al senso civico ed umano di risparmiare quantomeno donne e bambini.
Proprio questo forsennato eccidio sistematico ed assurdo conferma nel modo lampante il desiderio del Fuhrer di voler annullare un popolo laborioso, efficiente ed altamente civilizzato dinanzi all’intera Europa per affermare con forza, una paventata superiorità del popolo tedesco forgiato ad immagine e somiglianza di un suo sogno maniacale e pazzoide: la famosa “razza ariana”.
Quanta sofferenza, urla e sgomento per quella povera gente colpevole soltanto di essere di nazionalità ebrea, al quale la storia non ha consentito di sopravvivere abbastanza a lungo per raccontarne il dramma vissuto nei vari campi di concentramento e di massacro.
Pur vero che la storia nei suoi secoli, ha diverse volte dovuto assistere inerme a crudeli Re o Imperatori viziati che sono divenuti famosi non tanto per le loro opere realizzate, bensì per le gesta sanguinarie concepite al solo gusto di uccidere.
Credo però che il genocidio della popolazione ebraica vada collocata al vertice di ogni barbaria umana e la giornata della memoria deve essere un monito severo per una profonda riflessione di tutti noi affinché nel nostro vivere sociale si dia il giusto significato e valore alla vita umana.
L’augurio per il futuro è che mai più avvengano momenti in cui ci si dovrà vergognare di tragiche sciagure compiute dall’essere umano!