Il disagio della civiltà
L’uomo non è una creatura mansueta
L’uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d’amore, capace al massimo di difendersi quando è attaccata; è vero invece che occorre attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona dose di aggressività. Ne segue che egli vede nel prossimo non soltanto un eventuale soccorritore e oggetto sessuale, ma anche un oggetto su cui può magari sfogare la propria aggressività, sfruttarne la forza lavorativa senza ricompensarlo, abusarne sessualmente senza il suo consenso, sostituirsi a lui nel possesso dei suoi beni, umiliarlo, farlo soffrire, torturarlo e ucciderlo. Homo homini lupus: chi ha coraggio di contestare quest’affermazione dopo tutte le esperienze della vita e della storia? Questa crudele aggressività è di regola in attesa di una provocazione, oppure si mette al servizio di qualche altro scopo, che si sarebbe potuto raggiungere anche con mezzi più benigni. In circostanze che le sono propizie, quando le forze psichiche contrarie che ordinariamente la inibiscono cessano d’operare, essa si manifesta anche spontaneamente e rivela nell’uomo una bestia selvaggia, alla quale è estraneo il rispetto per la propria specie.
Il disagio della civiltà è un libro scritto nell’estate – autunno del 1929 da Sigmund Freud (Freiberg, Repubblica Ceca, 6 maggio 1856 – Londra, 23 settembre 1939), celebre psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi. L’opera risale ad un periodo storico, economico e culturale di grande crisi globale che coincide con l’ascesa al potere di Adolf Hitler e del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori e il conseguente disfacimento della Repubblica di Weimar nel 1933 con la distruzione del sistema democratico. Il disagio della civiltà viene pubblicato la prima volta in tedesco nel 1930 con il titolo Das Unbehagen in der Kultur (“L’infelicità nella civiltà“) e, sempre lo stesso anno, in inglese col titolo Civilization and Its Discontents (“Civiltà e le sue insoddisfazioni“). In Italia il testo freudiano viene pubblicato nel 1949 con il titolo Il disagio della civiltà.