Il grande noce di Éragny. Opera di Camille Pissarro

Il grande noce di Éragny

Il grande noce di Éragny . Opera di Camille Pissarro. Collezione privata.

Il grande noce di Éragny è un dipinto (olio su tela) realizzato nel 1893 dal pittore francese Camille Pissarro, noto come il “padre dell’impressionismo” ed attualmente conservato in Collezione privata.

Camille Pissarro, nasce nelle isole Antille nel 1830 e viene educato in un collegio a Parigi. Scopre sin da giovane il suo talento per l’arte e, a seguito dell’opposizione della famiglia, in particolare del padre, che desidera un futuro nell’azienda familiare, fugge prima a Caracas, in Venezuela col pittore danese Fritz Melbye e qualche anno più tardi giunge a Parigi, nel 1855, dove inizia a studiare disegno e pittura, e dove ammira le opere di Camille Corot.

Decisivo è l’incontro con Claude Monet prima e Paul Cézanne poi, suo fedele amico da sempre, con i quali inizia a dipingere all’aria aperta, en plein air, in contrasto con le regole rigide della pittura accademica. Di lì a poco il gruppo di pittori (tra cui anche Renoir, Sisley, Caillebotte, Manet e Degas) fonda quello che diventerà il movimento impressionista rispetto al quale Pissarro è il più anziano nel gruppo, scagliandosi contro le regole del Salons che rifiuta le loro opere.

Nell’ambito della pittura impressionista Camille Pissarro si concentra soprattutto sul paesaggio rurale, sulla natura e sugli effetti della luce naturale. 

Nel 1884 Camille Pissarro si stabilisce insieme alla sua famiglia e alla moglie incinta del loro ottavo e ultimo figlio, a Éragny-sur-Epte, un villaggio distante circa settanta chilometri da Parigi. In tale periodo compone una serie di opere incentrate sulla vita rurale e di campagna, che poteva osservare direttamente dalla finestra del primo piano della sua abitazione. Nell’opera Il grande noce di Éragny è possibile notare il noce raffigurato dieci anni prima anche nel dipinto Veduta di Bazincourt (databile al 1899 – Collezione Pérez Simón, in Messico).

Ma in questa tela Camille Pissarro si avvicina maggiormente alla tecnica puntinista, con pigmenti di colore che, oltre a creare variazioni cromatiche, consentono di vivificare le forme della composizione.

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