Il grano, i campi bagnati dal sole estivo che li illumina di riflessi color oro e la mietitura quale finale sodalizio tra l’ essere umano e la natura sono tematiche illustrate e rappresentate, attraverso la prosa o la poesia, in diversi poemi della letteratura classica italiana.
A tal riguardo, volendo confermare quanto sopra, si riporta una celebre poesia di Giovanni Papini: un inno alla terra, quale superba madre, al grano quale prodotto in grado di dare sostentamento e celebrare la vita umana, al lavoro dell’ uomo ( rappresentato dalle pene della madre contadina che al termine della mietitura alza gli occhi al sole e ringrazia facendosi il segno della croce il campo di grano ).
Il granoIl grano nella sua biondezza antica,
ondante e secco, chiede mietitura,
ché in cima alla sua gracile statura
porge a ogni bimbo una rigonfia spiga.
Lo vagheggia la madre contadina
ritta nell’ombra corta d’un pagliaio:
quanto penare prima che il mugnaio
gliela riporti in morbida farina!
La cristiana alza gli occhi al sol feroce,
poi guarda i figli grondanti, il marito
gobbo nel solco e col suo nero dito
fa sopra il campo un gran segno di croce.
Giovanni Papini (Firenze 9 Gennaio 1881 – Firenze 8 Luglio 1956) è stato un illustre scrittore e poeta dell’ inizio del Novecento. Nato e cresciuto in una famiglia di modeste condizioni economiche, riuscì comunque a studiare ed arrivare al diploma grazie alla sua tenacia e infinita passione per la letteratura che coltivava attraverso una assidua lettura dei libri classici della biblioteca del nonno.
Il lavoro più importante di Giovanni Papini rimane, comunque, la costituzione nell’ anno 1908 insieme all’ amico Giuseppe Prezzolini della rivista italiana La Voce, considerata la rivista anticonformista, a carattere politico, sociale e culturale più innovativa del secolo scorso.
Giovanni Papini attraverso La Voce volle attuare un percorso di rinnovamento culturale criticando, a volte con toni duri e aspri, la nuova borghesia e la classe politica italiana.