Il suicidio di Cleopatra è un dipinto (olio su tela, cm 100×143) realizzato nel 1630 circa dal pittore emiliano Giovanni Lanfranco, ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.
Giovanni Lanfranco (Parma, 26 Gennaio 1582 – Roma, 30 Novembre 1647) è stato un celebre pittore italiano, allievo del pittore bolognese Agostino Carracci e del fratello Annibale Carracci, nonchè collaboratore di Guido Reni. Il suo più grande capolavoro romano viene indicato negli affreschi della cupola della Basilica di Sant’Andrea della Valle, nel rione Sant’Eustachio. Tra le sue opere romane occorre altresì citare il dipinto raffigurante la Natività (databile intorno al 1630 – 1631), ed attualmente conservato all’interno della Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini o anche Chiesa di Santa Maria Immacolata a Via Veneto, oltre alle decorazioni nella Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini, nella Basilica di Sant’Andrea della Valle e a Palazzo Farnese (databili 1616-1617) e la Crocifissione (databile al 1628), conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma..
Il dipinto Il suicidio di Cleopatra raffigura, in una cornice barocca, la regina d’Egitto a mezza figura, nell’atto di togliersi la vita, con lo sguardo rivolto verso il cielo e l’aspide tra le mani. Il corpo nudo, sensuale e seducente, è avvolto da un panneggio rosso su uno sfondo totalmente scuro. La luce dall’alto verso il basso si infrange sul corpo marmoreo.
L’opera viene realizzata dal maestro parmense su commissione del celebre musicista Marco Marazzoli, molto vicino alla famiglia Barberini, che alla sua morte lascia in eredità la tela al principe Maffeo Barberini, unitamente ad una serie di opere, tra cui anche “Erminia tra i pastori” e “Venere che suona l’arpa” lasciate al Cardinale Antonio Barberini, e conservate presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. L’artista emiliano, infatti, utilizza nell’opera la stessa modella della Venere che suona l’arpa.