L’ Angelo di Castello è una statua in bronzo raffigurante l’arcangelo Michele che si trova sulla sommità di Castel Sant’Angelo e dal quale la struttura prende il nome.
La statua dell’angelo, colto nell’atto di rinfoderare la spada, realizzata in bronzo nel 1753, è opera dello scultorre fiammingo Peter Anton von Verschaffel.
Castel Sant’Angelo, (Mole Adrianorum) detto anche Mausoleo di Adriano, viene edificato su volere dall’imperatore Adriano nel 125 come suo mausoleo funebre, e poi completato da Antonino Pio nel 139 d.C.
Successivamente nel 403 d.C. l’edificio viene incorporato nelle Mura aureliane, perdendo la sua funzione originaria di sepolcro per assumere quella di roccaforte per la difesa della città.
Solo nel 590 d.C. il mausoleo prende il nome attuale di Castel Sant’Angelo (castellum Sancti Angeli) a seguito di una visione dell’arcangelo Michele avuta dal papa Gregorio Magno durante la processione penitenziale.
Invero, secondo la leggenda si tramanda che nel 590 d.C. mentre Roma è trafitta dalla epidemia della peste, il papa Gregorio Magno raduna il popolo in una processione penitenziale e proprio in prossimità del Mausoleo di Adriano gli apparve la visione dell’arcangelo Michele nell’atto di riporre la spada nel fodero. Tale visione viene interpretata come premonizione della fine della peste. Ed è ciò che in realtà avviene.
Per tali ragioni il Mausoleo di Adriano prende il nome di Castel Sant’Angelo (castellum Sancti Angeli).
L’angelo attuale, opera dello scultore fiammingo Pieter von Verschaffelt, è, in ordine cronologico, il sesto angelo di una sequenza di statue, realizzate con diversi materiali, dal legno al marmo, che, nel corso dei secoli, furono collocate sulla sommità di Castel Sant’Angelo.
All’interno del cortile di Castel Sant’Angelo è possibile ammirare la statua dell’ Angelo realizzata da Raffaello da Montelupo. Si tratta di una scultura in marmo con le ali di bronzo databile intorno al XVI secolo originariamente posta sulla sommità della struttura e poi sostituita nel 1753 con la statua attuale di Peter Anton von Verschaffelt.