La Samaritana al pozzo

La Samaritana al pozzo

La Samaritana al pozzo. Museo di Roma – Palazzo Braschi.

La Samaritana al pozzo è un affresco di ignoto pittore, ma ascrivile all’ambito cortonesco, databile tra il 1654 e il 1661, ed attualmente conservato presso il Museo di Roma – Palazzo Braschi.

L’affresco faceva parte di una serie di decorazioni realizzate su commissione del cardinale Camillo Pamphili per la sala adiacente il refettorio del monastero femminile di Sant’Eufemia, che sorgeva presso la Chiesa di Sant’Urbano ai Pantani, nel Foro Traiano, demolita nel 1933 per l’apertura di Via dell’Impero, oggi Via dei Fori Imperiali.

L’opera riprende in grande parte il dipinto Cristo e la Samaritana o la Samaritana al pozzo, di Annibale Carracci, (databile al 1593 – 1594), proveniente da Palazzo Sampieri a Bologna ed attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera a Milano.

La scena rievoca il racconto evangelico (Vangelo secondo Giovanni, 4,5-26), tra Gesù e la Samaritana al pozzo di Giacobbe.

Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Va’ a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene “non ho marito”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».

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