Mattino a Ponte Fabricio è un dipinto (olio su tela, cm 50×60) realizzato tra il 1950 e il 1960 circa dal pittore siciliano Francesco Trombadori, ed attualmente conservato all’interno di Palazzo Koch a Roma, sede centrale della Banca d’Italia.
Francesco Trombadori (Siracusa, 7 Aprile 1886 – Roma, 24 Agosto 1961) è stato un celebre pittore italiano, di origine siciliana. Il vero nome era Francesco Trombatore, cambiato in Trombadori nel 1913. Intorno al 1907 si trasferisce a Roma dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Via di Ripetta, oltra alla scuola di nudo, e dove, qualche anno più tardi, nel 1919, si stabilisce a Villa Strohl-Fern, creando il suo studio personale. Sempre nella città eterna frequenta assiduamente il Caffè Aragno, salotto di letterati e pittori, dove stringe amicizia con Giorgio de Chirico, Riccardo Francalancia, Carlo Socrate e Antonio Donghi. La pittura di Francesco Trombadori si colloca tra il divisionismo iniziale (con richiami alla pittura di Enrico Lionne), il realismo e il purismo. Successivamente la sua arte viaggia verso tendenze neoclassiche, tra tradizione ed avanguardia.
Tra le sue opere più importanti occorre citare il dipinto raffigurante Nudo neoclassico, anche noto come Donna nuda, (databile al 1925 circa), conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; Fanciulla nuda che legge (databile al 1929), conservato in Collezione privata, Foligno; la Natura morta con asparagi (databile al 1928), conservato nella Galleria d’Arte moderna di Roma; il dipinto raffigurante Fanciulla nuda (databile al 1934), conservato nella Civica Galleria d’Arte Moderna Empedocle Restivo, Palermo; Nudo di schiena (databile al 1938) e il Ritratto di Elena Micucci (databile al 1942), entrambi conservati nei Musei di Villa Torlonia a Roma.
Francesco Trombadori muore a Roma nel 1961, nel proprio studio a Villa Strohl Fern, nel parco di Villa Borghese. La sua tomba si trova nel cimitero del Verano a Roma.
Il dipinto Mattino a Ponte Fabricio raffigura uno dei ponti più antichi di Roma, unitamente a Ponte Milvio e a Ponte Sublicio, la cui origine si attesta, molto presumibilmente, intorno al I secolo a. C. Le tonalità cromatiche evidenziano una veduta mattutina con una lieve foschia e i riflessi appena accennati nelle quiete delle acque del Tevere.