Pala Graziani. Opera del Perugino

Pala Graziani

Pala Graziani. Opera di Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino. Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.

La Pala Graziani è un dipinto (tempera e olio su tavola, cm 277×178) realizzato nel 1517 circa dal celebre pittore umbro Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino, ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.

Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino o ancora denominato “Il divin pittore” (Città della Pieve, 1448 circa – Fontignano, Febbraio 1523) è stato un celebre e rinomato pittore umbro, formatosi a Firenze presso la bottega di Andrea Verrocchio, e annoverato tra i più grandi esponenti del rinascimento artistico italiano. Tra le sue numerose opere è necessario citare gli affreschi del Collegio del Cambio a Perugia (1499-1507); gli affreschi nella volta della Stanza dell’Incendio di Borgo nei Palazzi Vaticani e l’affresco raffigurante la Consegna delle Chiavi (1481-1482) nella Cappella Sistina in Vaticano, mentre tra i suoi allievi si annovera anche il giovane Raffaello Sanzio.

La Pala Graziani proviene dalla Chiesa di Santa Maria dei Servi a Perugia, eseguita su commissione della nobile perugina Andreana Signorelli, vedova Graziani, per la cappella di famiglia, con datazione al 1517 circa. Nel 1542 il dipinto viene trasferito nella Chiesa di Santa Maria Nuova a Perugia, e nel 1862 entra nella collezione della Galleria Nazionale dell’Umbria.

L’opera raffigura la scena della trasfigurazione, nella parte alta, con il Cristo racchiuso in una mandorla decorata dai serafini, con accanto i Profeti Mosè ed Elia, inginocchiati sulle nubi, mentre nella parte bassa sono raffigurati San Giovanni Evangelista, San Pietro e San Giacomo che rimangono folgorati dalla visione divina.

La predella, oggi staccata, prevede tre scene: l’Annunciazione, l’Adorazione di Gesù Bambino e il Battesimo di Cristo.

Sullo sfondo si intravede il paesaggio umbro, con le sue caratteristiche colline.

Lo schema compositivo in due registri, uno superiore e uno inferiore, viene sperimentato dal Perugino in altre opere, in particolare nel Gonfalone della Giustiziarealizzato nel 1501 circa, ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.

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