Palazzo Farnese di Caprarola

Palazzo Farnese è una antica ed opulenta villa di epoca tardo rinascimentale della nobile famiglia Farnese, che si trova a Caprarola, in provincia di Viterbo nel Lazio.

La costruzione di Palazzo Farnese avviene nella prima metà del Cinquecento su progetto dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane (incaricato anche del progetto di Palazzo Farnese a Roma) a seguito di commissione del cardinale Alessandro Farnese (successivamente salito al soglio pontificio come Papa Paolo III). Il palazzo aveva la forma pentagonale di una fortezza, edificata principalmente a scopo difensivo. I lavori vengono prima sospesi intorno al 1534, a seguito della nomina al soglio pontificio del cardinale Alessandro Farnese con il nome di Papa Paolo III e per la morte di Antonio da Sangallo il Giovane avvenuta nel 1546, e successivamente ripresi nel 1547 per volere del cardinale Alessandro Farnese, nipote di Papa Paolo III. Questi affida i lavori a Jacopo Barozzi, detto il Vignola con lo scopo di trasformare la fortezza in una sontuosa villa rinascimentale, da utilizzare come residenza estiva.

Le stanze e i vari ambienti interni di Palazzo Farnese vengono affrescati e decorati tra il 1561 ed il 1575 dai più rinomati artisti dell’epoca come i fratelli Taddeo e Federico Zuccari, Antonio Tempesta, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese e Giovanni de Vecchi secondo le indicazioni iconografiche dei poeti Annibale Caro, Fulvio Orsini ed Onofrio Panvinio.

Palazzo Farnese si snoda attorno al cortile circolare con due porticati sovrapposti affrescati da Antonio Tempesta. Dal cortile è possibile accedere ai piani superiori attraverso una scala a lumaca, a forma elicoidale attorno a trenta colonne di peperino grigio, detta Scala Regia, progettata dal Vignola in stile rinascimentale, con le pareti e la volta affrescate da Antonio Tempesta.

palazzo farnese

La scala Regia

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La cupola – affreschi di Antonio Tempesta

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La scala Regia

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La scala Regia

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La scala Regia

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La scala Regia

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porticato

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porticato

palazzo farneseGli ambienti interni sono divisi in due zone: quella estiva a nord-est  e quella invernale a sud-ovest, ovvero dove batte il sole. Tra gli ambienti principali occorre citare:

la Loggia di Ercole che con le ampie vetrate si apre sul panorama esterno, mentre la monumentale fontana, una allegoria del battesimo, è attribuita a Curzio Maccarone, il mosaico dello sfondo viene attribuito a Francesco da Tivoli o al giovane El Greco e le sei statue di putti, alcune antiche e altre restaurate, sono in parte attribuibili a Giovanni Battista de’ Bianchi, scultore e restauratore al servizio del cardinale Alessandro Farnese;

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Loggia di Ercole

la Cappella, di forma circolare, è completamente affrescata da Federico Zuccari e aiuti che nel 1556 si sostituisce al fratello Taddeo Zuccari, morto poco tempo prima. Gli affreschi della cupola raffigurano scene tratte dal Vecchio Testamento con al centro Dio, creatore del mondo, sulle pareti sono raffigurati gli apostoli a figura intera (tra i quali è possibile riconoscere Taddeo Zuccari nell’immagine di Giuda Taddeo e del Vignola nell’immagine di San Giacomo Maggiore), mentre la pala d’altare raffigura una Pietà, una copia sul muro di una tela dipinta da Taddeo Zuccari per questa cappella ma che il fratello Federico decide di tenere per sè;

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la volta

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la volta con al centro Dio

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Pietà

la Sala dei Fasti Farnesiani contiene una ricca serie di affreschi (databili 1561-1563) attribuiti a Taddeo Zuccari e aiuti, che rievocano la storia, l’affermazione territoriale, il potere e le varie cariche importanti, tra cui quelle al servizio della Chiesa, della famiglia Farnese. Al centro della volta è raffigurato lo stemma dei Farnesi nella versione antica con i sedici gigli;

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Sala dei Fasti Farnesiani

 

 

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Sala dei Fasti Farnesiani

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Sala dei Fasti Farnesiani

palazzo farnese a caprarola

Sala dei Fasti Farnesiani

palazzo farnese a caprarola

la volta con lo stemma dei Farnesi nella versione antica con i sedici gigli

la Sala dell’Anticamera del Concilio contiene una ricca serie di affreschi (databili 1561-1563) attribuiti a Taddeo Zuccari e aiuti, che rievocano la gloria della famiglia Farnese, in tal caso con particolare riguardo alla figura del Cardinale Alessandro Farnese, salito al soglio pontificio con il nome di Papa Paolo III (occorre ricordare come il cardinale Alessandro Farnese, favorisce la relazione clandestina e scandalosa tra la sorella Giulia Farnese, detta “Giulia la Bella“, e il cardinale spagnolo Rodrigo Borgia, eletto papa con il nome di Alessandro VI, con lo scopo di procurasi appoggi per la sua nomina a Cardinale e poi a Papa nel 1534). La sala prende il nome dal dipinto nella parete di fronte alle finestre, raffigurante il Concilio di Trento (1545-1563) indetto dal Papa Paolo III contro i Protestanti. Inoltre occorre segnalare il perfetto impianto architettonico illusionistico ideato dal Vignola con colonne corinzie dipinti agli angoli della stanza che fungono da finti architravi marmorei;

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Sala dell’Anticamera del Concilio

la Camera dell’Aurora contiene una ricca serie di affreschi (databili 1563-1565) attribuiti a Taddeo Zuccari e aiuti, e fa parte delle stanze private del Cardinale Alessandro Farnese. Si tratta precisamente della stanza da letto del cardinale ed è decorata con immagini che alludono ai temi della notte e del sonno. Nell’ovale centrale l’Aurora, preannunciata dal Crepuscolo, mette in fuga la notte; ai lati sono raffigurati la Luna e Mercurio, accompagnate da architetture dipinte, con molta probabilità dal Vignola, che conferiscono un impianto illusionistico, donando alla stanza una altezza maggiore;

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l’Aurora

la Stanza dei Lanifici contiene una ricca serie di affreschi (databili 1563-1565) attribuiti a Taddeo Zuccari e aveva la funzione di spogliatoio. Le scene raffigurate rinviano alle tematiche inerenti la realizzazione degli indumenti, come la filatura, la tessitura e la colorazione dei tessuti. Nel riquadro centrale è raffigurata Minerva, inventrice delle tecniche della lavorazione della lana;

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Stanza dei Lanifici, la volta

la Stanza della Solitudine o dei Filosofi contiene una ricca serie di affreschi (databili 1565-1566) attribuiti a Taddeo Zuccari e aiuti, ed era lo studio del Cardinale Alessandro Farnese. Le scene raffigurate richiamano il concetto di solitudine, come mezzo per rafforzare lo spirito per i Cristiani e come aspirazione finale per i filosofi. Le immagini raffigurano scene cristiane (come Cristo, San Giovanni Battista e San Paolo che escono dall’isolamento per darsi alla predicazione) e scene pagane con filosofi e potei che hanno predicato la solitudine e la meditazione;

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Stanza della Solitudine o dei Filosofi, la volta

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Stanza della Solitudine o dei Filosofi, la volta

il Gabinetto dell’Ermatena contiene affreschi (databili 1566) attribuiti a Federico Zuccari e aiuti e con molta probabilità per le ridotte dimensioni era adibita a studiolo personale del Cardinale Alessandro Farnese. Il tondo al centro della volta raffigura la fusione di Mercurio e Minerva in un solo corpo, identificato da un cartiglio in greco con il nome di Hermathena, quale unione tra Sapienza ed Eloquenza;

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Ermatena

la Stanza del Torrione un ambiente dove il Cardinale Alessandro Farnese custodisce alcuni oggetti delle sue preziosi collezioni (ad eccezione dei libri). Il soffitto ligneo a cassettoni contiene lo stemma della famiglia Farnese, realizzato nel 1579 da Marco da Caprarola, un maestro falegname;

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soffitto ligneo a cassettoni con lo stemma della famiglia Farnese

la Stanza della Penitenza contiene affreschi (databili 1569-1571) di Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, e apre gli ambienti dell’appartamento invernale. E’ stata considerata una sala da pranzo del Cardinale Alessandro Farnese, ma con molta probabilità doveva avere la funzione di studio. Gli affreschi sono incentrati su tematiche religiose come la preghiera e la penitenza, il digiuno e la mortificazione della carne, mentre nell’ovale centrale è raffigurata l’esaltazione della croce, con tre angeli che la sostengono;

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esaltazione della croce

la Stanza dei Giudizi contiene affreschi (databili 1569-1571) di Jacopo Zanguidi detto il Bertoja, e con molta probabilità era la stanza in cui il Cardinale Alessandro Farnese concedeva udienza. Gli affreschi richiamano il concetto di giustizia e di saggezza, mentre al centro della volta è raffigurato il Giudizio di Salomone;

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Giudizio di Salomone

la Sala del Mappamondo contiene dipinti (databili 1573-1574) raffiguranti carte geografiche attribuiti a Giovanni Antonio da Varese detto “il Vanosino”, Raffaellino Motta da Reggio e Giovanni De Vecchi. Le raffigurazioni sulle pareti sono incentrate sui quattro continenti allora conosciuti, mentre sulla volta è rappresentato lo zodiaco con immagini animali mitologici quali segni zodiacali;

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Sala del Mappamondo

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la volta

lAnticamera degli Angeli contiene decorazioni nella volta e nelle lunette (databili 1572-1575) attribuite a Jacopo Zanguidi detto il Bertoja (nella volta è possibile notare un suo autoritratto nell’immagine di un demone a mezzo busto). A seguito della morte del Bertoja nel 1574 la decorazione della stanza viene completata da Giovanni De Vecchi con l’assistenza di Raffaellino Motta da Reggio. Le decorazioni sono incentrate sugli angeli, come strumento della giustizia divina, ovvero il trionfo del bene sul male, in particolare nella volta dove è rappresentata la Cacciata degli Angeli ribelli;

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Anticamera degli Angeli

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Anticamera degli Angeli

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la volta con la “Cacciata degli Angeli ribelli”

la Camera dei Sogni contiene affreschi (databili 1569-1571) di Jacopo Zanguidi detto il Bertojala ed era la camera da letto invernale del Cardinale Alessandro Farnese (in corrispondenza  con la Camera dell’Aurora nell’appartamento estivo). Le immagini dipinte sono tratte dall’Antico Testamento mentre al centro della volta è raffigurato il sogno di Giacobbe dove compare una scala che arriva fino in cielo, con angeli che salgono e scendono e in alto Dio Padre che gli comunica la sua discendenza sulla terra.

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la volta con il “sogno di Giacobbe”

Nella parte esterna di Palazzo Farnese si trovano due giardini quadrati realizzati dal Vignola nel 1583 definiti quali “giardini segreti” con alte mura che li isolano dall’esterno. Ai lati si trovano il Ninfeo di Venere e la Grotta dei Satiri. Dai giardini si arriva alla c.d. “Casina del Piacere” costruita tra il 1584 ed il 1589 con fontane realizzate da Giovanni Antonio Garzoni e Jacopo del Duca e il “Recinto delle Cariatidi” e con ventotto sculture attribuite a Pietro Bernini, padre di Gianlorenzo Bernini.

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