Il busto di Paolina Bonaparte Borghese è una scultura in marmo di Carrara (h. cm 45) realizzata nel primo quarto del XIX secolo (1808 circa) dallo scultore veneto Antonio Canova, ed attualmente conservata presso il Museo Napoleonico di Roma.
Il busto di Paolina Bonaparte Borghese, sorella minore di Napoleone Bonaparte e moglie del principe Romano Camillo Borghese viene realizzata durante il soggiorno dell’artista veneto a Roma, coincidente con il periodo napoleonico. Commissionario dell’opera è il marito Camillo Borghese e rientra in una serie di lavori eseguiti dopo le nozze, nel 1804 tra i quali rientra la celebre statua di Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice conservata presso la Galleria Borghese a Roma.
Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) è stato un rinomato scultore e pittore di origine veneta, annoverato quale principale esponente del Neoclassicismo italiano. Tra le sue opere principali occorre citare “Amore e Psiche” (anno 1787 – 1793, conservato presso il Museo del Louvre di Parigi), “le Tre Grazie” (anno 1812 – 1817, una versione conservata presso il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, mentre la replica successiva è esposta al Victoria and Albert Museum di Londra), la statua dedicata a “Paolina Borghese” (anno 1804 – 1808, esposta presso la Galleria Borghese di Roma); la “Maddalena penitente” (anno 1793 – 1796 conservata a Palazzo Doria-Tursi a Genova); il Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria (anno 1798-1805, conservata all’interno dell’Augustinerkirche di Vienna); la scultura raffigurante Adone e Venere (anno 1794, conservata presso il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra); la Danzatrice con le mani sui fianchi (databile 1811-1812, conservata presso il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo); la Venere italica (anno 1804-1812, conservata presso la Galleria Palatina di Firenze); il gruppo scultoreo di Ercole e Lica (databile tra il 1795 e il 1815 circa – conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma); l’Autoritratto di Antonio Canova (databile al 1812 circa), conservato presso il Museo di Roma.