“Prigionieri di guerra (Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione) “, è un dipinto (olio su tela, cm 58×94) realizzato nell’anno 1861 dal pittore italiano Silvestro Lega, ed attualmente conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze.
Silvestro Lega (Modigliana, 8 Dicembre 1826 – Firenze, 21 Novembre 1895) viene considerato uno dei maggiori esponenti del movimento artistico dei Macchiaioli unitamente a Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Gerolamo Induno, Odoardo Borrani, Serafino De Tivoli.
I Macchiaioli (un gruppo di artisti che si riuniscono presso il Caffè Michelangiolo di Firenze a partire dal 1855) affermano e portano avanti una pittura eseguita dal vero e incentrata sulla riproduzione di soggetti appartenenti alla realtà quotidiana dell’Italia della seconda metà dell’Ottocento, per esempio la dura vita contadina e soggetti legati alle lotte, così come paesaggi e i campi di battaglia, ponendosi in netto contrasto con lo stile accademico tradizionale; inoltre la loro arte si realizza attraverso macchie di colori chiari e scuri, accostate o sovrapposte le une alle altre.
Il fermento dell’Italia del Risorgimento, dei moti popolari, delle guerre d’indipendenza del 1848 e del 1859 vengono fedelmente riprodotti nella pittura: battaglie e combattimenti, trionfi e conquiste, sconfitte e ritirate, e infine il nuovo e ardente spirito patriottico.
Silvestro Lega prende parte alla seconda guerra d’indipendenza nell’aprile del 1859 e a seguito di tale evento inizia a rappresentare nelle sue opere episodi militari del Risorgimento e soggetti patriottici, partecipando anche al concorso Ricasoli verso la fine del 1859.
Ed è in tale contesto che si collega il dipinto “Prigionieri di guerra (Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione) ” unitamente ad altri due dipinti “Ricognizione di cacciatori nelle Alpi” e “Un’imboscata di bersaglieri italiani in Lombardia”.
Nell’opera “Prigionieri di guerra (Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione)” Silvestro Lega mostra una maggiore e decisa intensità cromatica e compositiva (con i bersaglieri in abito scuro e i prigionieri austriaci con le giubbe bianche) delineando in modo esaustivo un episodio storico militare dell’Italia del Risorgimento.