Ritratto di ragazzo. Opera di Raffaello Sanzio

Ritratto di ragazzo

Ritratto di ragazzo. Opera di Raffaello Sanzio

Il Ritratto di ragazzo è un dipinto (olio su tavola, cm 43,8 × 29) realizzato intorno al 1513 -1516 circa, dal pittore urbinate Raffaello Sanzio, grande esponente del Rinascimento italiano, ed attualmente conservato presso il Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza a Madrid, in Spagna.

In origine l’opera è stata attribuita a Giulio Romano, allievo prima e successivamente principale collaboratore del Sanzio, tanto da affiancare il sommo maestro in diverse opere come negli affreschi della Villa Farnesina, delle Logge e delle Stanze Vaticane.

Il dipinto Ritratto di ragazzo, con molta probabilità, viene realizzato durante l’ultimo periodo di vita di Raffello Sanzio, (Urbino 1483 – Roma 1520), il principale pittore del Rinascimento italiano, il quale muore giovanissimo all’età di soli trentasette anni.

L’enigma principale riguarda l’identità del giovane ragazzo immortalato sulla tela, che senza indugio o remore guarda direttamente verso lo spettatore, ed ancora oggi, nonostante i vari studi sull’opera, non è possibile dare certezza identificativa alla figura ritratta.

Certamente, si può intuire che il giovane effigiato a mezza figura, appena adolescente, girato di tre quarti verso sinistra, su uno sfondo omogeneo, appartenga ad una nobile famiglia dell’epoca. Si ipotizza che appartenga alla famiglia Gonzaga o Farnese, tanto da essere identificato, da una parte della critica, con Pier Luigi Farnese (Roma, 19 Novembre 1503 – Piacenza, 10 Settembre 1547) o ancora, viene riconosciuto eventualmente nella figura di Alessandro de’ Medici (Firenze, 22 Luglio 1510 – Firenze, 6 Gennaio 1537).

In tale ultimo caso è possibile notare una certa somiglianza, nella parte bassa del viso, del mento e soprattutto della bocca con il dipinto Ritratto di Alessandro de’ Medici, duca di Firenze ad opera di Agnolo Bronzino, (databile al 1565-1569 circa), attualmente conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

Questa ultima ipotesi sembra, pertanto, quella più accreditata.

La mano del sommo maestro urbinate si intravede nelle morbide pennellate delle pieghe del vestito che il giovane indossa, donando un effetto setoso, e nella tenuità dell’incarnato del viso, mentre la plasticità della figura, di stampo più aristocratico, sembra rinviare alla scultura classica, tanto cara al Sanzio.

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