Salvator Mundi

Salvator Mundi Basilica di San Sebastiano fuori le mura

Salvator Mundi. Opera di Gian Lorenzo Bernini – Basilica di San Sebastiano fuori le Mura, Roma.

Il Salvator Mundi o Busto del Salvatore è una scultura di marmo bianco (cm 103) realizzata nel 1679 dal celebre scultore e architetto di origini napoletane Gian Lorenzo Bernini, grande esponente del barocco italiano, ed attualmente conservata nella Basilica di San Sebastiano fuori le mura a Roma.

Il Salvator Mundi è ultimo capolavoro di Gian Lorenzo Bernini realizzato nel 1679 all’età di 82 anni, oggetto di disposizione testamentaria a favore della regina Cristina di Svezia, amica del Bernini, committente dell’opera e grande appassionata d’arte. Alla morte della sovrana svedese, nel 1689, il busto del Salvator Mundi viene lasciato in eredità al Papa Innocenzo XI (al secolo Benedetto Odescalchi) entrando a far parte della collezione della ricca e potente famiglia Odescalchi, conservata nel loro palazzo romano in Piazza Santi Apostoli.

Verso la fine del XVIII secolo si perdono le tracce del busto. Ne rimane un disegno preparatorio dello stesso Bernini, Studio per il busto del Salvatore, conservato all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, nel Fondo Corsini, oltre a una copia, risalente alla fine del XVIII secolo, commissionata ad un ignoto scultore dal francese Pierre Cureau de la Chambre, amico del Bernini. Nell’agosto del 2001 il busto del Salvator Mundi viene scoperto nel Convento di San Sebastiano fuori le Mura, sull’Appia Antica, attribuito allo scultore palermitano Pietro Papaleo, ma ben presto si arriva ad affermare che si tratta del busto originale del Bernini, del quale si erano perse le tracce per molti anni.

L’opera raffigura il busto del Cristo benedicente, di dimensioni poco più grandi del naturale, con il volto incorniciato da lunghi capelli che ricadono sulle spalle e con la mano destra leggermente sollevata nell’atto di benedire l’intera umanità. Il movimento del panneggio, pieghe su pieghe, sembra alleggerire la pesantezza del marmo creando un effetto setoso.

Si tratta di un’opera intensa del volto di Gesù, scolpita dal Bernini, ormai anziano, per “sua devotione“.

 

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