Il Sarcofago degli sposi è una scultura funeraria di origine etrusca, databile tra il 530 e il 520 a.C., ed attualmente conservato presso Museo Nazionale di Villa Giulia a Roma.
Il Sarcofago degli sposi, in terracotta, conteneva le ceneri di una coppia di defunti, e viene ritrovato nel 1881 nella Necropoli etrusca della Banditaccia a Cerveteri e poi acquistato da Felice Bernabei, fondatore del Museo di Villa Giulia. Una altra copia dell’opera, molto simile in quanto proveniente anch’essa dalla Necropoli di Cerveteri, si trova esposta al Museo del Louvre di Parigi.
Il Sarcofago degli sposi raffigura una coppia di sposi semidistesi a banchetto su un letto matrimoniale detto kline con un coperchio. La scena del banchetto si ritrova nelle opere funerarie e trae origine dalla vita aristocratica etrusca, a sua volta derivante dal mondo greco: entrambi sono sollevati con il busto frontale e poggiano su cuscini; con molta probabilità avevano tra le mani oggetti da tavola tipici dei momenti di convivialità. Il marito ha la barba lunga, modellata da linee nette, il busto nudo e il resto del corpo coperto da un mantello, mentre con il braccio cinge le spalle della donna in segno di affetto e amore; quest’ultima è riccamente vestita con un copricapo in testa e dei calzari ai piedi, mentre le forme del corpo e del viso di entrambi (in particolare l’ovale sfinato e la forma degli occhi allungata) riprendono lo stile e l’arte greca.
L’aspetto principale della scultura funeraria è l’assoluta vicinanza delle due figure di sposi, entrambi con il busto sollevato frontalmente, come avveniva nei banchetti, secondo un un criterio di parità uomo-donna. Invero nella civiltà etrusca, a differenza della civiltà greca e romana, il ruolo sociale della donna è paritetico a quello dell’uomo, e la stessa partecipava alle cerimonie e ai banchetti e in generale alla vita pubblica così come testimoniano le diverse immagine dipinte sui reperti ritrovati.