Ultima Cena. Leonardo da Vinci

Ultima Cena

Ultima Cena (o il Cenacolo). Leonardo da Vinci. Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Milano)

L’Ultima Cena o il Cenacolo è un dipinto parietale (tecnica mista a secco su intonaco, cm 460×880) realizzato tra il 1494 e il 1498 dal celebre pittore, architetto e scultore, grande esponente del Rinascimento italiano, Leonardo da Vinci ed è conservato nel refettorio del convento della Chiesa Santa Maria delle Grazie a Milano.

L’opera viene realizzata durante il periodo in cui lo stesso si trova a Milano alla corte di Ludovico il Moro, e, pertanto unitamente alla “Dama con l’ermellino”, la Belle Ferronnière, e al “Ritratto di musico” si inserisce nel contesto di una serie di dipinti tutti facenti capo al medesimo periodo lombardo dell’artista (1482 – 1500).

L’Ultima Cena raffigura Gesù circondato dai suoi apostoli, secondo il Vangelo di Giovanni 13:21, “Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà“.

Gesù, al centro dell’opera, e gli apostoli, ai lati disposti in quattro gruppi di tre, sono seduti frontalmente allo spettatore su una lunga tavola.

Leonardo innova l’iconografia tradizionale del Cenacolo scegliendo il drammatico momento del dubbio, quando ancora non si conosce il nome di colui che tradirà Gesù. Innova anche la composizione pittorica e con uno straordinario uso della prospettiva, crea un senso di continuità tra lo spazio reale e quello dipinto.

L’opera è intrisa di chiara impostazione psicologica derivante dalle espressioni e dalle posture delle singole figure: Gesù al centro ha le braccia aperte sul tavolo e l’atteggiamento dimesso, dopo aver pronunciato la fatidica frase; a sinistra Pietro impugna con la mano destra il coltello, e si avvicina a Giovanni chiedendogli “Di’, chi è colui a cui si riferisce?” (Vangelo di Giovanni 13,24); Giuda accanto a lui stringe la borsa con i soldi e indietreggiando, per l’agitazione, rovescia la saliera sul tavolo; Bartolomeo, Andrea e Giacomo hanno una espressione incredula e sul lato destro Matteo, Giuda Taddeo e Simone parlano quasi a capire quello che sta succedendo; segue Tommaso, Giacomo Maggiore e Filippo che porta la mano al petto come a professare la sua innocenza e completa estraneità.

L’opera è stata dichiarata nel 1980 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, unitamente alla chiesa e al convento domenicano.

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