Vanitas. Opera di Angelo Caroselli

Vanitas

Vanitas. Opera di Angelo Caroselli. Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma.

Vanitas è un dipinto (olio su tavola, cm 55 x 68) realizzato tra il 1625 e il 1630 dal pittore romano caravaggesco Angelo Caroselli, ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma.

Attribuita in origine ad Antonio Gherardi e successivamente a Carlo Saraceni solo nel primo novecento viene assegnata ad Angelo Caroselli.

Analoga opera del pittore romano, recante medesimo titolo sebbene molto differente nella raffigurazione, è la Vanitas, realizzata tra il 1620 e il 1625, attualmente conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, a Roma.

Angelo Caroselli (Roma, 10 Febbraio 1585 – Roma, 8 Aprile 1652) è stato un celebre quanto versatile pittore del periodo barocco. La sua attività artistica si svolge principalmente a Roma, dove subisce l’influenza caravaggesca, e in altre poche città italiane, come Firenze e Napoli. Angelo Caroselli si afferma anche copista delle opere di Tiziano e di Raffaello (e forse anche un falsario d’arte). Nel 1608 entra a far parte dell’Accademia di San Luca, dove rimane fino al 1636. Le sue opere spaziano da tematiche religiose a rappresentazioni popolari della Roma seicentesca, dalle prostitute ai giocatori di carte.

Il dipinto Vanitas raffigura una giovane donna intenda ad acconciarsi, con lo sguardo diretto verso lo spettatore, e con accanto una vecchia che regge in mano uno specchio con cornice in noce, simbolo di fugacità e di ostentazione.

Il dipinto, di chiara impostazione classicista, è una allegoria della vanità, tematica ripresa dal Caroselli in diverse opere, oltre a quella di Palazzo Barberini, ma affrontata sempre con una impronta personale; inoltre emerge in modo diretto anche il tema della toilette che richiama la pittura veneziana del Cinquecento, in particolare lo stile di Tiziano e di Giorgione, a cui il Caroselli ha sempre volto lo sguardo, così come emerge anche una impostazione caravaggesca, molto vicina a quella del Gentileschi e determinata, per lo più, da uno sfondo scuro con la luce che cade in diagonale dall’alto verso il basso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *