Maria Felice Tibaldi

Maria Felice Tibaldi Nudo femminile di schiena

“Nudo femminile di schiena”

Maria Felice Tibaldi (Roma, 19 Novembre 1707 – Roma, 3 Febbraio 1770) è stata una famosa pittrice e miniaturista italiana, figlia del violinista modenese Giovanni Battista Tibaldi e moglie del celebre pittore ed illustratore francese Pierre Subleyras, che sposa nel 1739 .

Maria Felice Tibaldi si forma presso il celebre miniatore, l’abate Giuseppe Felice Ramelli, ed è la seconda pittrice donna ad essere ammessa nel 1742 all’Accademia di San Luca dopo Rosalba Carriera. Nel 1743 entra in Arcadia, (Accademia letteraria romana) insieme al marito con il nome di Asteria Aretusa.

Tra le sue opere occorre citare il dipinto di piccole dimensioni Maria Maddalena ai piedi di Gesù Cristo nella casa di Simone il fariseo realizzato nel 1748 e attualmente conservato nella Pinacoteca Capitolina di Roma. Si tratta di una copia in miniatura del dipinto che il marito realizza nel 1737 per il refettorio del convento di Santa Maria Nuova, ad Asti ed attualmente conservato presso il Museo del Louvre a Parigi.

Il pittore francese Pierre Subleyras fornisce diversi ritratti della moglie e dai quali è possibile desumere le sembianze fisiche ed estetiche di Maria Felice Tibaldi, uno dei quali conservato nel Worcester Art Museum (WAM) di Worcester nel Massachusetts.

Il dipinto Nudo femminile di schiena (olio su tela, cm 74×136) realizzato nel 1740 circa dal pittore francese Pierre Subleyras ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica, Palazzo Barberini di Roma, raffigura con molta probabilità la moglie Maria Felice Tibaldi, che posa come modella.

L’opera è considerata tra i suoi più importanti capolavori ed è, altresì, annoverata tra i nudi più belli della storia dell’arte, in grado di ribaltare le convenzioni della ritrattistica ufficiale e accademica. Una donna nuda distesa di schiena su un letto dalle lenzuola bianche è il soggetto principale dell’opera, spogliata dai suoi abiti e di ogni altro elemento di riconoscimento e raffigurata nella sua intimità; il capo è appena accennato e la sua identità viene celata, forse perchè non è l’aspetto più importante dell’opera, mentre vengono esaltati gli aspetti anatomici del corpo nudo. Le tonalità cromatiche del rosa dell’incarnato e il bianco delle lenzuola risaltano come effetti di luce su uno sfondo completamente scuro. Dopo la morte del marito nel 1749, provvede da sola a mantenere la famiglia e i suoi figli, e nonostante i pregiudizi dell’epoca lavora fino agli ultimi giorni di vita.

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