Marta e Maria Maddalena. Opera di Caravaggio

 Marta Fillide Melandroni anna bianchiniMarta e Maria Maddalena” (o anche noto come la “Conversione della Maddalena”) è un dipinto (olio su tela, cm 100×134,5 ) realizzato intorno all’anno 1598 dal pittore italiano Michelangelo Merisi, più noto come il Caravaggio, ed attualmente conservato presso l’ Institute of Arts di Detroit.

Realizzato nel periodo durante il quale il Carvaggio si trova presso il palazzo del cardinale Francesco Maria del Monte, il dipinto mostra le sorelle Marta Maddalena (sulla destra, in ombra) e Maria Maddalena (sulla sinistra), nel momento in cui Marta invita Maria alla conversione.

Il dipinto è ricco di elementi simbolici; in primo luogo, viene in evidenza il diverso abbigliamento delle due sorelle: le vesti semplici e modeste di Marta si contrappongono all’abbigliamento vistoso e scollato di Maria; sul tavolo è presente un pettine in avorio e un contenitore con della polvere per il trucco, simboli di narcisismo e vanità; il fiore d’arancio che Maria tiene in mano annuncia la futura conversione (simboleggiando l’unione con Cristo); nello specchio sorretto da Maria è raffigurato un riflesso (simbolo divino) che la stessa indica con un dito.

La luce scorre da destra verso sinistra, lasciando Marta in ombra ed illuminado il volto e la figura di Maria, nello sfondo scuro.

Lo specchio, simbolo per eccellenza della vanità, si ritrova sovente nei dipinti che hanno come oggetto la figura di Maria Maddalena; in tal senso occorre citare la “Maddalena penitente”  di Georges de La Tour  e “La Conversione della Maddalena” di Artemisia Gentileschi.

Per la figura di Marta il Caravaggio si avvale della cortigiana Anna Bianchini (la cui immagine è stata utilizzata per modellare altri tre dipinti come la “Maddalena Penitente“, “Riposo durante la fuga in Egitto” e “Morte della Vergine”), mentre la figura della Maddalena è interpretata da Fillide Melandroni, anche lei cortigiana romana (il volto di Fillide Melandroni lo ritroviamo in altri dipinti di Caravaggio, tra cui “Ritratto di cortigiana“, “Santa Caterina d’Alessandria“,  e la tela “Giuditta e Oloferne“).

 

 

 

 

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