L’ Allegoria della Divina Sapienza è un dipinto (olio su tela, cm 83 × 105,5) realizzato poco dopo la prima metà del Seicento (1655- 1658 circa) dal pittore romano Andrea Sacchi, ed attualmente conservato presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini di Roma.
Andrea Sacchi (Roma, 30 Novembre 1599 – Roma, 21 Giugno 1661) è stato un celebre pittore italiano, formatosi presso la bottega di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino e molto attivo nella città di Roma intorno alla prima metà del Seicento. La sua attività artistica a Roma si svolse anche al servizio della nobile famiglia Barberini, (in particolare il Cardinale Antonio, suo committente in diverse composizioni religiose) collaborando anche con Guido Reni e Pietro da Cortona. Tra le sue opere romane si ricorda il dipinto raffigurante la Morte di sant’Anna custodito nella Chiesa di San Carlo ai Catinari, nel rione Sant’Eustachio, il dipinto dell’altare maggiore della Chiesa di Sant’Isidoro a Capo le Case raffigurante “Sant’Isidoro e la Vergine Maria” realizzato nel 1622, il dipinto raffigurante La Vergine appare a San Bonaventura (1635-1636) e il dipinto raffigurante Sant’Antonio di Padova risuscita un morto (1631-1636) entrambi conservati all’interno della Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini o anche Chiesa di Santa Maria Immacolata a Via Veneto, nel rione Ludovisi, la Visione di San Romualdo e la Messa di San Gregorio presso la Pinacoteca Vaticana, e l’affresco raffigurante l’allegoria della Divina Sapienza di Palazzo Barberini; Il sogno di San Giuseppe, conservato presso il Museo del Barocco Romano di Palazzo Chigi ad Ariccia.
Il dipinto Allegoria della Divina Sapienza raffigura la Sapienza, al centro della composizione, vestita di bianco, con la corona sul capo, e seduta in trono sul mondo circondata da undici figure femminili che simboleggiano undici virtù: Nobiltà (corona di Arianna), Eternità (serpente nell’atto di mordersi la coda), Soavità (lira), Divinità (triangolo), Giustizia (bilancia), Forza (clava), Beneficenza (spiga di grano) a sinistra; Santità (croce e altare fiammeggiante), Purezza (cigno), Perspicacia (aquila) e Bellezza (Chioma di Berenice), a destra. Nella parte alta, tra le nubi, sono raffigurate due figure alate, il leone e la lepre, simboli dell’amore e del timor di Dio.
L’opera si rifà all’affresco realizzato da Andrea Sacchi sulla volta di Palazzo Barberini per celebrare il buon governo di Papa Urbano VIII (al secolo Maffeo Vincenzo Barberini).
Le scelte cromatiche, le sfumature dei colori e la morbidezza delle forme, unitamente all’illuminazione generale dell’opera, richiama l’impianto classicista della pittura barocca, che vede Andrea Sacchi tra i maggiori esponenti.