La Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti è affidata all’Ordine dei Carmelitani e si trova a Roma, in Viale del Monte Oppio, nel rione Monti.
La Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti risale al IV secolo e viene edificata per volere di Papa Silvestro I (314-335) su una domus ecclesiae di proprietà di Equizio, presbitero del papa, da cui il nome “titulus Equitii“.
Originariamente era un oratorio dedicato a tutti i martiri (con il termine titulus si indicavano luoghi di riunione delle primitive comunità cristiane). Successivamente alla fine del V secolo viene ricostruita una seconda chiesa sull’oratorio sottostante per volere di Papa Simmaco (498-514) e dedicata ai Santi Martino di Tours ed a Papa Silvestro I. Ulteriori lavori vengono avviati da Papa Sergio II (metà del IX secolo), a cui seguirono interventi tra il seicento e la fine del settecento realizzati da San Carlo Borromeo e dal cardinale Francesco Saverio de Zelada, donando alla chiesa una impronta barocca.
La facciata esterna della Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti è articolata in due ordini e in quello superiore è inserita una finestra.
L’interno è a pianta basilicale con tre navate, una centrale e due laterali, divise da ventiquattro colonne antiche di spoglio con capitelli compositi a sostegno di una trabeazione sulla quale si trovano otto sculture in stucco realizzate intorno al 1655 da Pietro Paolo Naldini, raffiguranti rispettivamente: Santa Ciriaca, Santo Stefano, San Fabiano e San Nicandro (lato destro) e Santa Giusta (madre di San Silvestro), Sant’Innocenzo I, San Martino di Tours e San Teodoro di Eraclea (lato sinistro). La navata centrale ha un soffitto ligneo a cassettoni realizzato per volontà del cardinale Carlo Borromeo (1560); le pareti delle navate laterali sono decorate con un ciclo di affreschi sulle Storie della vita dei profeti Elia ed Eliseo (1746-1750), opere di Gaspard Dughet detto anche Gaspard Poussin.
La navata sinistra contiene tre altari, e si apre con un affresco raffigurante San Cirillo di Costantinopoli battezza il sultano (databile 1651), opera di Jan Miel.
Il primo altare di Sant’Angelo Carmelitano contiene la tela raffigurante Sant’Angelo Carmelitano (databile 1645-1646), opera di Pietro Testa detto il Lucchesino.
Il secondo altare di Sant’Alberto Carmelitano contiene la tela raffigurante Sant’Alberto (databile 1575), opera di Girolamo Muziano.
Il terzo altare della Trinità contiene la tela raffigurante la S.s. Trinità tra i Santi Bartolomeo e Nicola di Bari (metà del XVII secolo), opera di Giovanni Angelo Canini.
In fondo alla navata sinistra si trova la cappella dedicata alla Madonna del Carmelo, che sull’altare conserva la tela raffigurante la Madonna con Gesù Bambino (databile 1596), opera di Girolamo Massei, inserita all’interno di un più ampio dipinto raffigurante gli Angeli che liberano le anime del Purgatorio (databile 1793), opera di Antonio Cavallucci.
La navata destra contiene cinque altari e si apre con affresco raffigurante il Battesimo di Cristo.
Il primo altare di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi contiene la tela raffigurante la Visione di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (databile 1647), opera di Matteo Piccione.
Il secondo altare di Santa Teresa d’Avila contiene la tela raffigurante l’Estasi di Santa Teresa d’Avila (databile 1647), opera di Giovanni Greppi.
Il terzo altare di San Martino di Tours contiene la tela raffigurante San Martino di Tours dona parte del mantello al povero (databile 1645), opera di Fabrizio Chiari.
Il quarto altare di Santo Stefano protomartire contiene la tela raffigurante il Martirio di Santo Stefano (databile 1645-1646), opera di Giovanni Angelo Canini.
Il quinto altare di San Carlo Borromeo contiene la tela raffigurante l’Estasi di San Carlo Borromeo (databile 1693), opera di Filippo Gherardi.
Sull’altare maggiore si trova il Tabernacolo a tempietto circolare con sei candelieri (1787-1795), attribuito a Francesco Belli.
L’abside contiene gli affreschi di Antonio Cavallucci (databili 1794) poi completate dall’allievo Giovanni Micocca raffiguranti in particolare Dio Padre (al centro) e la Madonna con Gesù Bambino in gloria e i Santi Pietro e Paolo.
Dalla navata centrale, vicino all’altare si accede attraverso una scalinata alla sottostante cripta con gli ambienti dell’antico titulus. Sotto l’altare si trovano le reliquie dei santi Artemio, Paolina e Sisinnio, traslate qui dalle Catacombe di Santa Priscilla.
Nella sacrestia si conserva la Lampada votiva (V secolo), ritenuta la tiara di San Silvestro.