La Chiesa di Santa Maria della Consolazione si trova a Roma, nel Foro Romano, in Piazza della Consolazione, nel rione Campitelli.
La Chiesa di Santa Maria della Consolazione sorge ai piedi della Rupe Tarpea, dalla quale, sin dall’antichità fino al 1550, venivano lanciati i condannati a morte, e il nome dell’edificio di culto deriva, per l’appunto, dall’atto di consolare i condannati a morte.
La Chiesa di Santa Maria della Consolazione viene edificata verso la fine del 1500 su progetto dell’architetto lombardo Martino Longhi il Vecchio e viene amministrata da un gruppo di nobili famiglie laiche, appartenenti all’aristocrazia romana, c.d. “Compagnia di Gentiluomini“, mentre nel corso del tempo trovano adesione anche alcune corporazioni d’arte e di mestieri come i Vignaioli, i Cavatori di pozzolana, i Pastori, i Pescatori, tutte titolari delle rispettive cappelle situate nelle navate laterali della chiesa. Accanto alla Chiesa sorgeva l’Ospedale della Consolazione, poi chiuso nei primi anni del Novecento.
L’interno della chiesa è a tre navate, con dieci cappelle laterali (cinque per ogni navata laterale). In particolare, occorre menzionare la Cappella Mattei che viene edificata nel 1556 per volontà di Giacomo Mattei, dedicata al Cristo crocefisso e decorata con gli affreschi del pittore marchigiano Taddeo Zuccari, fratello del pittore Federico Zuccari, entrambi esponenti del manierismo a Roma;
la Cappella dei Vignaroli che viene affrescata da Antonio Circignani detto il Pomarancio (Città della Pieve, 1560 – 1620), figlio del più celebre Niccolò Circignani, il Pomarancio (da non confondere con il pittore toscano Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio);
la Cappella Dondoli che viene edificata intorno al 1584 per volontà di Sigismondo Dondoli, da Pistoia, avvocato concistoriale, e contiene al suo interno la pala d’altare costituita da un grande bassorilievo in marmo raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina D’Alessandria, realizzato intorno al 1539 dallo scultore fiorentino Raffaello da Montelupo (Montelupo Fiorentino, 1505 – Orvieto, 1566);
la Cappella dei Pastori, che conserva la pala d’altare raffigurante l’Adorazione dei Magi di Giovanni Baglione, e nella sagrestia si conserva l’affresco con “Cristo nel sepolcro” (anno 1470) attribuito al pittore Antoniazzo Romano.
Sull’altare maggiore si trova il dipinto raffigurante la Madonna della Consolazione, di Antoniazzo Romano, mentre ai lati del presbiterio sono collocate due grandi tele, la Natività e l’Assunzione della Vergine, entrambe di Antonio Circignani detto il Pomarancio.
Nella parte esterna posteriore della Chiesa di Santa Maria della Consolazione si trova una edicola sacra raffigurante la “Madonna col Bambino” sormontata da un baldacchino.