L’ Obelisco del Pincio è situato su Viale dell’Obelisco, al Pincio, all’interno di Villa Borghese e nei pressi della Casina Valadier. L’obelisco fa parte dei tredici obelischi presenti nella città di Roma.
L’ Obelisco del Pincio è anche conosciuto come l’obelisco di Antinoo, in onore del giovane ragazzo greco del quale si invaghì l’imperatore romano Publio Elio Traiano Adriano. Dopo la prematura ed improvvisa morte di Antinoo, avvenuta nel 130 d. C. mediante caduta ed annegamento nelle acque del fiume Nilo, l’imperatore Adriano, preso dal profondo dolore, lo divinizzò accostandolo a diverse divinità come Osiride ed edificando in sua memoria una città sulle rive del Nilo, nei pressi del luogo in cui il giovane amante muore annegato; la città prende il nome di Antinoopolis ( o Antinopoli). Numerose sono inoltre le statue, i busti e le diverse opere d’arte in miniatura raffiguranti il giovane ragazzo greco amante dell’imperatore Adriano, volute dallo stesso e realizzate fino al 138 d.C. (anno della morte di Adriano); soltanto a Roma è possibile ammirare la statua raffigurante Antinoo come Osiride presso il Museo Gregoriano Egizio, all’interno dei Musei Vaticani, mentre la Testa di Antinoo-Bacco è conservata ai Musei Capitolini.
L’ Obelisco del Pincio, in granito rosa, viene tagliato in Egitto e successivamente viene trasportato a Roma e viene decorato sui quattro lati con una serie di geroglifici egizi che raccontano la vita di Antinoo e la sua morte oltre alla edificazione della città di Antinopoli.
All’inizio del Seicento l’obelisco viene spostato nel giardino di Palazzo Barberini per volere della famiglia Barberini per poi passare nel Cortile del Belvedere in Vaticano, e solo due secoli dopo, nel 1822 su commissione di Papa Pio VII viene sistemato al Pincio dove domina con la sua altezza di oltre nove metri, arrivando tra il basamento e la sommità della stella ad una altezza totale di oltre diciassette metri.