Danae di Tiziano Vecellio. Museo nazionale di Capodimonte di Napoli

danae di TizianoIl dipinto Danae di Tiziano Vecellio (olio su tela, cm 120×172) è stato realizzato nel 1545 dal celebre pittore italiano, di origine veneta, ed è attualmente conservato presso il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli.

La figura mitologica di Danae è stata la protagonista di diverse opere e fonte di ispirazione di grandi artisti come Antonio Allegri detto il Correggio (con il dipinto Danae, databile intorno al 1531-1532, conservato nella Galleria Borghese di Roma) e Rembrandt (con il dipinto Danae, realizzato nel 1636, conservato nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo).

Danae Isabella Boschetti

Danae. Opera di Antonio Allegri detto il Correggio

Danae, figlia del re Acrisio di Argo, viene rinchiusa dal padre in una torre, in quanto secondo la profezia avrebbe dato alla luce un figlio che lo avrebbe ucciso. Zeus riesce a raggiungerla sotto forma di pioggia d’oro e la mette incinta e il figlio Perseo ucciderà il re Acrisio avverando, in tal modo, la previsione.

Tiziano dipinge nel corso degli anni diverse versioni di Danae. La prima versione, realizzata nel 1545, è conservata presso il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli; la seconda versione del 1553 è conservata nel Museo del Prado di Madrid (realizzata su commissione di Filippo II, re di Spagna per le nozze con Maria Tudor avvenute il 25 Luglio 1554); la terza, realizzata nel 1554, è conservata nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. Un altro dipinto, realizzato nel 1554 dalla bottega di Tiziano, è conservato nell’Ermitage di San Pietroburgo.

Si presume che l’opera viene iniziata a dipingere a Venezia e terminata a Roma su commissione di Alessandro Farnese, cardinale e nipote di Papa Paolo III. Modella dell’opera è la famosa cortigiana Angela Greca.

La composizione risente, in particolare, dell’influenza della celebre  “Venere dormiente” conosciuta anche con il nome di “Venere di Dresda“, realizzata tra il 1507 e il 1510 dal pittore veneto Giorgione, e successivamente dopo la morte di questi, completata da Tiziano, e attualmente conservata presso la Gemäldegalerie di Dresda, così come della “Venere di Urbino” realizzata dallo stesso Tiziano Vecellio nel 1538 e conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze. La postura del corpo richiama, invece la Leda di Michelangelo (opera perduta, mentre una copia dell’originale risalente al 1530 circa, si trova presso la National Gallery di Londra).

Venere dormiente

Venere dormiente. Opera di Giorgione

Venere di Urbino

Venere di Urbino. Opera di Tiziano Vecellio

Nel dipinto Danae di Tiziano, l’eriona greca, è distesa sul letto, il corpo nudo e lo sguardo languido rivolto verso l’alto, verso la pioggia d’oro. La giovane appare nella sua completa carnalità e passionalità, esaltata dalle intense tonalità cromatiche, rese ancora più fluide e compatte dall’assenza del disegno e del chiaroscuro, così come evidenziato dalle recenti indagini radiografiche. Elemento che viene rilevato già all’epoca da Michelangelo. Accanto a lei è altresì raffigurato un piccolo Cupido, in piedi, che richiama la mitologia classica.

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