Deposizione di Cristo. Opera di Jacopo Robusti, detto il Tintoretto

Deposizione di Cristo

Deposizione di Cristo. Opera di Jacopo Robusti, detto il Tintoretto. Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Deposizione di Cristo è un dipinto (olio su tela di lino, cm 227 x 294) realizzato intorno al 1562 circa dal pittore veneziano Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (Venezia,1518 – Venezia, 31 Maggio 1594), ed attualmente conservato le Gallerie dell’Accademia di Venezia.

L’opera appartiene alla fase matura del pittore veneziano ed è stata presumibilmente eseguita per l’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria dell’Umiltà alle Zattere, poi demolita nel 1821. Il dipinto raffigura, con assoluto pathos, con le figure ravvicinate e l’intenso chiaroscuro, il momento della deposizione di Cristo dalla croce.

Il corpo senza vita di Cristo è sorretto da Giuseppe d’Arimatea, mentre la Vergine, giace svenuta tra le braccia di una pia donna, e la Maddalena raffigurata con le braccia allargate in un gesto di struggente disperazione.

Certamente da attenzionare è la raffigurazione tra il corpo esamine di Cristo posto in diagonale, in contrapposizione a quello svenuto della Vergine, anch’esso in diagonale in senso opposto.

Annoverato tra i principali artisti del Rinascimento Italiano, Jacopo Robusti, detto il Tintoretto (nome d’arte che prende dal lavoro del padre che era un tintore di tessuti) si forma inizialmente presso la bottega di Tiziano Vecellio, all’epoca considerato il più grande esponente della scuola veneziana. Ma questa esperienza ha breve durata, in quanto a seguito del suo carattere impulsivo e ribelle viene cacciato dal maestro, con il quale mantiene nel tempo una viva concorrenza. Il suo stile risente anche delle influenze di Michelangelo, in particolare per lo studio dell’anatomia dei corpi, e di Raffaello. La sua determinazione e caparbietà, associata ad una eccezionale velocità nella pittura, lo porta nel corso degli anni ad affermarsi sulla scena veneziana, ricevendo numerose ed importanti committenze, tra cui l’impresa ardua di affrescare tutte le sale della Scuola Grande di San Rocco. Per tutta la sua vita Jacopo Robusti, detto il Tintoretto collabora con la figlia Marietta Robusti, nota pittrice nota con lo pseudonimo della “Tintoretta” e con il figlio Domenico Robusti (anch’egli noto come il Tintoretto) soprattutto nella realizzazione dei ritratti, sia per i nobili che per le cortigiane veneziane, raffigurate con le sembianze di eroine della mitologia, come Veronica Franco.

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