Drusilla Tanzi e Eugenio Montale

Drusilla Tanzi Paulina LuisiDrusilla Tanzi (Milano, 5 Aprile 1885 – Milano, 20 Ottobre 1963) è stata una famosa scrittrice italiana, annoverata tra le personalità letteraria più importanti del XX secolo e moglie dello scrittore e filosofo Eugenio Montale. Quest’ultimo la aveva soprannominata affettuosamente con l’appellativo di “Mosca” (per i suoi occhiali dalle lenti molto spesse in quanto fortemente miope).

Nata in una facoltosa e benestante famiglia milanese, Drusilla Tanzi studia e sviluppa sin dalla tenera età una spiccata passione per la letteratura e per la poesia. Si afferma ancora giovanissima nel panorama letterario italiano, amica dello scrittore italiano Italo Svevo.

Nel Giugno del 1927 a Firenze conosce Eugenio Montale e di lì a poco inizia tra i due una relazione amorosa, nonostante Drusilla Tanzi, di dieci anni più grande, è sposata, sin dal 1910, con il critico d’arte Matteo Marangoni.

Nel 1939 vanno a vivere insieme a Milano e il loro rapporto prosegue tra alti e molti bassi, soprattutto a seguito dei numerosi tradimenti di Montale, in particolare con Irma Brandeis, critica letteraria e accademica statunitense, con cui il poeta di “Ossi di seppia” ha una relazione tra il 1933 e il 1938, e alla quale attribuisce il soprannome di Clizia nella raccolta di poesie Le occasioni (1939) – (così come Maria Luisa Spaziani ha il soprannome di Volpe – Madrigali privati dalla raccolta di poesie “La bufera e altro” del 1956).

Infatuato della donna, Montale vuole partire con lei per gli Stati Uniti e tale ipotetica decisione scatena due tentativi di suicidio di Drusilla, spaventata dall’abbandono dell’amato.

Drusilla Tanzi e Eugenio Montale si sposano il 23 Luglio del 1962 e l’anno dopo, nel 1963 Drusilla muore in seguito ad una caduta.

A Drusilla Tanzi sono dedicate la raccolta di poesie Xenia, pubblicate nel 1966 dopo la sua morte (“Xenia” nel mondo greco antico sono doni fatti all’ospite e in tal senso Montale omaggia la moglie, quale ospite della sua vita).

Caro piccolo insetto
che chiamavano mosca non so perché,
stasera quasi al buio
mentre leggevo il Deuteroisaia
sei ricomparsa accanto a me,
ma non avevi occhiali,
non potevi vedermi
né potevo io senza quel luccichio
riconoscere te nella foschia.

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