Il quesito in diritto sottoposto all’esame della Suprema Corte di Cassazione attiene al seguente problema di diritto: “in esito alla notificazione del decreto di giudizio immediato, qualora l’imputato minorenne opti per il rito abbreviato, la competenza funzionale a decidere sulle richieste avanzate dal Pubblico Ministero in materia cautelare spetta al Giudice delle Indagini Preliminari, togato e monocratico , ovvero al Giudice della Udienza Preliminare , nella sua composizione collegiale, integrata , la componente togata, da quella onoraria in ragione delle attitudini settoriali”.
Sulla tematica in oggetto, la giurisprudenza di legittimità ha assunto, in diverse pronunce, posizioni in conflitto tra loro.
Aspetto primario che informa il procedimento minorile , è quello della formazione interdisciplinare del soggetto chiamato a giudicare il minore in ogni momento processuale , rendendo di fatto incompatibili le norme del processo ordinario che a tale primaria esigenza devono piegarsi laddove non garantiscano la possibilità di una risposta all’illecito che non sia solo portatrice del tema giuridico ma che assicuri , attraverso le componenti onorarie , la presenza di valutazioni attitudinali di settore .
Al fine di definire il conflitto instaurato, si sono recentemente espresse le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione, con decisione assunta alla udienza del 27/02/2014 e distinta dal nr 18292/14.
A seguito della suindicata pronuncia è stato affermato, che in tema di procedimento a carico di minorenni la competenza alla celebrazione del giudizio abbreviato, sia esso instaurato nell’udienza preliminare o a seguito di giudizio immediato, spetta al Giudice nella composizione collegiale prevista dall’art. 50-bis, comma secondo, dell’ordinamento giudiziario, e non al Giudice delle Indagini Preliminari.
Corte di Cassazione Penale Sent. Sez. 6 Num. 50750 Anno 2014