Il tempio nella stanza. Opera di Giorgio De Chirico

Il tempio nella stanza

Il tempio nella stanza. Opera di Giorgio De Chirico

Il tempio nella stanza è un dipinto (olio su tela, cm 50 × 60) realizzato intorno al 1927 circa dal celebre pittore italiano Giorgio De Chirico, annoverato come il principale esponente della Pittura metafisica, ed attualmente conservato presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Giorgio De Chirico (Volo, Grecia, 10 Luglio 1888 – Roma, 20 Novembre 1978) è stato un celebre e rinomato artista italiano, tra i grandi della pittura del Novecento. Intorno al lavoro di Giorgio de Chirico e dall’incontro con il pittore futurista Carlo Carrà nel 1910 si sviluppa la Metafisica. Si tratta della corrente pittorica più importante del XX secolo e aspira a superare i limiti del visibile e del reale, rivelando il significato inquietante degli oggetti attraverso il loro inconsueto accostamento in un clima di suggestione e di mistero.

La Metafisica si caratterizza per l’ordine e la chiarezza compositiva nella pittura: le scene sono in pratica nitidissime, senza deformazioni (in tal senso, come non citare i famosi manichini di De Chirico). I quadri raffigurano oggetti e forme riconoscibili, collocati in spazi ben definiti dal punto di vista architettonico e cromatico, ma i vari elementi appaiono coordinati in maniera assurda, apparentemente senza nessi tra loro.

Il dipinto Il tempio nella stanza raffigura una stanza di un abitato interno arredata da oggetti che solitamente troviamo all’esterno, in particolare un tempio greco, le cui modeste dimensioni fanno pensare ad un tempio giocattolo. Accanto al tempio si trovano due promontori rocciosi con un andamento ondulato, e sul pavimento pezzi di antiche colonne.

Ma perchè tali elementi da esterno sono “volutamente” e “bizzarramente” collocati all’interno di una stanza?

La risposta può essere semplice e complessa allo stesso tempo.

L’immagine del tempio di origine greca richiama l’infanzia di De Chirico così come i pezzi di colonne per terra fanno riferimento ai vari terremoti che hanno sconvolto la Grecia e che il pittore ha vissuto.

De Chirico parte del suo passato per metterlo a disposizione della pittura e colloca i suoi ricordi in una stanza lasciando allo spettatore la possibilità di afferrare (con gli occhi) l’antico tempio proprio come se fosse un giocattolo.

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