La neve è una delle tematiche sovente affrontata e rappresentata in numerosi dipinti, in particolare la ritroviamo nell’ambito della pittura impressionista dove molti celebri pittori hanno tentato di riportare nelle loro opere i cosiddetti “effets de neige“.
Inizialmente occorre affermare che la rappresentazione pittorica della neve non è impresa cromatica semplice in quanto le tonalità sono sostanzialemnte caratterizzate da una monocromia, con il bianco del manto nevoso che tende a sovrapporsi, e, al contempo evidenziandosi, alle gradazioni di grigio e di azzurro del cielo e dell’atmosfera invernale solitamenete nebbiosa. Gia all’inizio del 1800 il fascino romantico e seduttivo della neve diventa uno dei temi centrali della pittura impressionista supportata dalla tecnica dell’en plein air: in particolare Claude Monet è tra i pittori impressionisti quello ha dedicato grande attenzione alla tematica della neve e dei paesaggi invernali, realizzando un cospicuo numero di opere, in particolare “La gazza” (anno 1868-1869 conservato al Musée d’Orsay di Parigi), nella quale il bianco del manto nevoso emerge, distinguendosi da una serie di altre tonalità cromatiche che vanno dall’azzurro al rosa, unitamente all’ocra e all’arancio. In “Scena di neve ad Argenteuil” ( anno 1875 conservato nella National Gallery di Londra) il bianco nevoso si fa strada tra le diverse sfumature dei grigi e dei blu. Gli “effets de neige” emergono più chiaramente nei dipinti “Road to Louveciennes, anno 1869-70 e “Ice on the Seine near Bougival” immerso in una atmosfera di nebbia invernale dove i colori monocromatici del grigio evidenziano le distinte scene di neve e di ghiaccio.
Il pittore inlgese William Turner, dal canto suo, inserisce la neve all’interno della tormenta, nell’opera “Bufera di neve” (anno 1812 e conservato al Tate Britain di Londra) caratterizzata da un ambiente tetro e cupo, al contrario di Gustave Courbet, che con “Cervo nella neve” (anno 1866 ca.) riporta sulla scena la sensazione romantica e poetica del paesaggio nevoso invernale.
Veduta di tetti (effetto neve) di Gustave Caillebotte (anno 1878 conservato al Museo d’Orsay di Parigi) incentra l’atmosfera nevosa sul panorama urbano e grigiastro di Parigi in netta contrapposizione con ” Vue sur l’hermitage en neige“, anno 1874 di Camille Pissarro dove il manto nevoso esplode in un senso di lucentezza e luminosità che colpisce lo spettatore a prima vista.
Sotto il profilo italiano italiano occorre soffermarci sulle opere di Achille Tominetti, “Neve e sole a Miazzina” anno 1904-1906 nel quale le tonalità cheiare e candide si riflettono nel tramonto del cielo, di Giuseppe de Nittis “Sulla neve“, anno 1865 “Lezioni-di-pattinaggio” e “La pattinatrice“, anno 1875, Giovanni Segantini con l’opera “Il Trittico delle Alpi” e Emilio Longoni, “Ghiacciaio“, anno 1912.
Cade la neve: tutt’intorno è pace
Sui campi e sulle strade;
silenziosa e lieve,
volteggiando la neve cade.
Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa
poi sul terren si posa stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini
dorme.
Tutto d’intorno è pace;
chiuso in oblio profondo
indifferente il mondo tace.
Poesia di Ada Negri