
San Francesco sorretto dall’angelo. Opera di Orazio Gentileschi. Galleria D’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.
San Francesco sorretto dall’angelo è un dipinto (olio su tela, cm 133 x 98) realizzato tra il 1612 e il 1613 dal pittore toscano Orazio Gentileschi (padre della famosa pittrice Artemisia Gentileschi), ed attualmente conservato presso la Galleria D’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.
Orazio Lomi Gentileschi (Pisa, 9 Luglio 1563 – Londra, 11 Settembre 1639) è stato un celebre pittore, grande esponente del Caravaggismo. Opera a Roma, a Genova e a Londra, dove sono conservate la maggior parte delle sue opere. Tra queste occorre citare il dipinto raffigurante “David con la Testa di Golia” conservato presso la Galleria Spada di Roma; la tela raffigurante il Battesimo di Cristo, conservata Chiesa di Santa Maria della Pace a Roma; la tela raffigurante San Francesco d’Assisi riceve le stimmate, conservata nella Chiesa di San Silvestro in Capite a Roma; il dipinto raffigurante Santa Cecilia suona la spinetta conservato presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia; il dipinto raffigurante l’Annunciazione conservato nella Galleria Sabauda di Torino; il dipinto raffigurante il Riposo durante la fuga in Egitto conservato nel Museo del Louvre; il dipinto raffigurante il Ritrovamento di Mosè e San Francesco stigmatizzato sorretto da un angelo, conservati al Museo del Prado di Madrid; il dipinto raffigurante Danae, conservato al Getty Museum di Los Angeles; il dipinto raffigurante Santa Cecilia e i santi Tiburzio e Valeriano, conservato alla Pinacoteca di Brera; il dipinto raffigurante il Sacrificio di Isacco, conservato presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova.
Il dipinto San Francesco sorretto dall’angelo raffigura il santo mentre rivive la passione di Gesù. In tal senso viene sorretto da un angelo, così come il Cristo, e sono visibili sulle mani i segni delle stimmate. L’opera viene realizzata per l’oratorio di San Girolamo della Carità a Roma, su commissione di Orazio Griffi, fondatore dell’oratorio stesso, come si legge nella scritta sulla tela, in basso.